La macchina del fango
Pur non priva di qualche spunto polemico eccessivo, la puntata di “Presa diretta” ha colto nel segno, rivelando come i dossier, le notizie riservate e il gossip politico possano essere usati come armi improprie ma molto efficaci nella lotta per il consenso.
Pur non priva di qualche spunto polemico eccessivo, la puntata di ieri sera di “Presa diretta” (Rai 3, domenica ore 21.30) ha colto nel segno, provocando nel pubblico che l’ha seguita ulteriore indignazione rispetto a una classe politica che, dall’una e dall’altra parte, rivela i propri limiti in modo sempre più evidente.
La domanda da cui ha preso le mosse il programma di Riccardo Iacona non ha una risposta scontata: che ruolo hanno i media nel garantire che l’Italia sia un Paese democratico? Formulata così sembra generica, se si entra nel merito non lo è affatto. L’inviato d’assalto Alessandro Sortino (ex “iena”) ha rivelato come i dossier, le notizie riservate e il gossip politico possano essere usati come armi improprie ma molto efficaci nella lotta per il consenso.
Intorno a segreti veri o presunti – secondo il (falso) principio per cui ognuno ha qualcosa da nascondere – si stringono reti di potere che arrivano a livelli insospettabili, danneggiando irreparabilmente l’immagine dell’avversario di turno. Più è alta la posta in gioco, più la “macchina del fango” rivela la propria efficacia, corroborata da un sistema mediatico che mette in circolazione con troppa foga e senza troppe verifiche qualunque tipo di contenuto, meglio se sensazionale.
Oltre ai danni per chi ne è colpito direttamente, le distorsioni informative basate sulla menzogna e sul pettegolezzo provocano anche un cambiamento della sensibilità popolare, che di primo acchito cade nella trappola in forza della naturale curiosità delle persone ma poi finisce per abituarsi al cortocircuito politico-mediatico perdendo di vista quelli che dovrebbero essere gli argomenti di discussione importanti.