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IL LIBRO

La libertà di Maria secondo il cardinale Comastri

Nel recente volume Cos’è la libertà. Te lo dice Maria, il cardinale Angelo Comastri riflette sul significato autentico della libertà, troppo spesso confusa con potere e arbitrio, sulla scia dell’‘Eccomi’ dell’umile serva del Signore.

Cultura 19_05_2022

«Nessuna epoca ha saputo meno della nostra che cosa sia la libertà». Parafrasando Heidegger, si potrebbe dire della libertà quello che lo stesso filosofo tedesco scriveva dell’uomo. Lo rileva il cardinale Angelo Comastri nel suo ultimo saggio Cos’è la libertà. Te lo dice Maria (San Paolo 2022, pp. 144). E in effetti il cardinale osserva come «oggi abbiamo aumentato gli spazi della libertà, ma abbiamo svuotato la libertà togliendole la sapienza che poteva e doveva guidarla e orientarla». Per cui la libertà appare come «una forza cieca che non vede un orizzonte e non ha una meta alta da raggiungere».

A tal proposito egli rievoca l’immagine del filosofo danese Kierkegaard di una nave finita nelle mani del cuoco di bordo che ripete al megafono cosa si mangerà domani senza indicare alcuna rotta. D’altra parte «la civiltà del consumismo non vuole gente capace di pensare; vuole soltanto consumatori, bocche che mangiano, corpi che cercano sensazioni fino allo stordimento». Di qui, «se lo scopo della vita sta tutto nell’esaudire i propri capricci, allora aspettiamoci un’epidemia di giovani crudeli e criminali», come testimoniano numerosi fatti di cronaca che vedono i ragazzi coinvolti in atti deplorevoli.

Ma il Creatore nella sua bontà non lascia la sua creatura in balia di se stessa. Così «chiama l’uomo alla collaborazione, anche se Dio può coinvolgere l’uomo, nella misura in cui l’uomo si presenta nella verità della sua povertà, della sua piccolezza, della sua umiltà». È avvenuto questo per tanti personaggi biblici, per Giacobbe, e in particolare per Maria. È lei «la testimone dell’Annunciazione che ha raccontato il fatto. Ascoltando il racconto, noi possiamo pertanto immaginare la voce di Maria che, con delicatezza, ci sussurra all’orecchio la sua storia perché diventi la nostra storia».

Di qui, attraverso una sapiente esegesi del racconto dell’annunciazione del vangelo di Luca, il cardinal Comastri ne coglie e medita anche gli aspetti più reconditi, tra i quali il fatto che l’arcangelo si rechi da Maria al sesto mese. Il numero sei allude in realtà al giorno di creazione dell’umanità; con l’annuncio dell’angelo «sta avvenendo una nuova creazione, cioè sta iniziando la salvezza». Una salvezza che Dio opera «bussando alla porta della libertà di Maria». Come per Maria così per noi, «la fede è la più grande ricchezza perché permette alla nostra libertà di costruire sulla roccia e non sulla sabbia».

Tale libertà genera gioia, la stessa che Maria manifesta anche nella visita a Elisabetta, e deriva dalla consapevolezza che «Dio ha posato lo sguardo sulla sua piccolezza, sulla sua umiltà». Una felicità, un gaudio e una grande pace interiore che sperimenta nella notte di Natale del 1886 lo scrittore Paul Claudel il quale, ateo, «sentendo il Magnificat, cadde in ginocchio e si ritrovò tra le braccia di Dio». La straordinarietà dell’ordinario assenso di Maria al disegno d’amore del Padre viene celebrato da Santa Teresa di Lisieux con queste parole: «Tu sei l’incomparabile Madre che va con loro per la strada comune per guidarli al Cielo».

Una strada stretta, quella della libertà vera, che ciascun uomo sulla scia di Maria è chiamato a percorrere e che non disdegna la china della fatica e della croce che ogni amore autentico richiede. «Maria capisce che la Passione e la Morte di Gesù sono un atto di amore: sono la risposta di Dio alla cattiveria umana, sono la riscossa di Dio, che aggredisce l’odio con la forza dell’Amore e del Perdono: perché l’Amore è la forza di Dio ed è la forza vincente! Maria ci crede e resta accanto alla Croce del Figlio: resta con la fede; la fede che le dà la certezza che Gesù Crocifisso non è uno sconfitto, ma è il vincitore del male ed è la mano tesa verso l’uomo per tirarlo fuori dal male e dalla cattiveria».

La libertà di Maria è dunque la libertà di una fede umile che riconosce la bontà di Dio e perciò si abbandona fiduciosa al Padre in ogni circostanza lieta o dolorosa che sia. Infine la riflessione del cardinale Comastri si fa invocazione di intercessione perché dal luminoso esempio della Madre impariamo a essere figli veramente liberi come lei e suo Figlio: «O Maria, mettici negli occhi la luce di Dio e accompagnaci nel viaggio della vita, affinché i nostri passi siano semi che lasciano dovunque briciole di amore pronte a sbocciare in felicità vera e duratura».