La lezione di Brembate
«Scusi». Silenzio. «Scusi, mi permette una domanda?»...
«Scusi». Silenzio. «Scusi, mi permette una domanda?». Ma l’uomo interpellato continua a guardare il suo telefonino come se leggesse un sms e non avesse sentito nulla. «Scusi, ma non mi risponde neanche?», chiede la giornalista sbigottita. L’uomo continua a ignorare bellamente la telecamera che lo inquadra, costringendo la giornalista a proseguire oltre.
E’ la scena andata in onda sul Tg2 all’interno di un servizio da Brembate, dove un manipolo di cronisti ha cercato invano per tre giorni di strappare ad abitanti, parroco e politici locali (perlopiù leghisti) parole di odio e vendetta contro i marocchini presenti in zona, per la scomparsa della giovane Yara. Quell’uomo che non risponde è il simbolo di una comunità che ha mostrato tutta la sua dignità ribellandosi a questo gioco dei media che, pur non trovando sponde, è riuscita a inventarsi un inesistente «paese in rivolta».
A quell’ignoto simbolo di Brembate vorremmo dedicare una standing ovation.