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IL CASO

La Lega è per l'aborto. Basta un convegno per gettare la maschera

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La presentazione di un libro pro-life alla Camera, che coinvolgeva la Lega, ha provocato una serie di polemiche di fronte alle quali diversi leader del partito hanno fatto professione di sostegno all'aborto e alla 194. Ora tocca a Salvini spiegare da che parte vuole stare la Lega.

Vita e bioetica 26_01_2024
Manifestazione pro-aborto alla Mangiagalli di Milano (La Presse)

Non deve essere trascurato lo strascico di quanto accaduto al convegno sull’aborto alla Camera martedì scorso, 23 gennaio, e che ha coinvolto il partito della Lega. Su richiesta del deputato leghista Simone Billi, la Camera ha ospitato un convegno promosso dal Centro Studi Machiavelli e inteso a presentare il libro Biopoetica. Breve critica filosofica all’aborto e all’eutanasia. Il Centro è uno stimolante think tank non classificabile in modo rigido in uno schieramento culturale a cui collaborano esperti e ricercatori di diversa provenienza. Il testo in questione, leggibile anche online, scritto da due collaboratori del Centro – Marco Malaguti e Maria Alessandra Varrone – sostiene che l’aborto non è mai “giusto” anche nei cosiddetti casi estremi come quello di stupro e che lo si contrasta filosoficamente appunto ma anche “poeticamente” dato che rappresenta una rinuncia a combattere con fierezza contro il male, come facevano i cavalieri antichi.

Tutta la sinistra è insorta ad urlare contro l’iniziativa. Chi ha parlato di nuovo medioevo, di oscurantismo della maggioranza, di grave attacco alla 194 e alla libertà delle donne, chi ha assicurato che non sarà tollerato nessun passo indietro sull’aborto, chi anche ha gioito perché finalmente le posizioni reali della Lega e della maggioranza sarebbero uscite allo scoperto e perfino chi, come il sindaco di Firenze Nardella, ha parlato “come cattolico” (non poteva mancare…) lamentando il grave attacco all’autodeterminazione della donna. Tutti i giornali allineati – i soliti potenti noti che non serve aprire al mattino perché sai già cosa dicono – hanno gridato allo scandalo del vilipendio della legge 194 che già trova grandi ostacoli – sottolineano – a causa dell’alta obiezione di coscienza in certi ospedali.

Fin qui tutto, o molto, come da copione: la chiusura dei ranghi ideologici solo a pronunciare l’aggettivo “ingiusto” in relazione all’aborto. Chi può pensare che la Boldrini, tanto per fare un esempio, possa dire qualcosa di diverso? L’aspetto più interessante è stato piuttosto l’atteggiamento di alcuni uomini della Lega. Simone Billi, che aveva dato il via all’evento promuovendone la realizzazione in Parlamento (queste cose avvengono sempre per richiesta o di un gruppo parlamentare o di un singolo deputato) si è subito dissociato dalla posizione del Centro Machiavelli dicendo «credo nella libertà di scelta delle donne»; «io contro la legge 194? Ma no, dai, certo che deve restare… quanto uscito oggi su alcuni mezzi di stampa non rappresenta né la mia né, tantomeno, la posizione del partito. La Lega da sempre si è battuta per la libertà di espressione delle donne e quanto riportato è falso… Ribadisco ancora una volta che le donne devono poter decidere autonomamente. Io non ero presente al convegno e, se fossi stato presente, avrei sicuramente portato avanti le mie tesi». Meschina figura personale, povero Billi, e quanto è patetico il riferimento alla “libera espressione” delle donne applicato al dramma aborto: o è stato ingenuo e “inconsapevole”, come poi dirà Andrea Crippa, oppure ha cambiato idea dopo il fatto.

Ma qui siamo ancora sul piano delle confusioni personali. Billi parla del partito ma è solo un misero numero in parlamento. Il fatto è che è intervenuto poi anche il vicesegretario della Lega Andrea Crippa. secondo il quale «sono temi che non hanno una linea di partito. Io, per esempio, da un punto di vista personale, sono favorevole all’aborto». A questo punto il significato politico aumenta di grosso. Qui a parlare non è un Billi qualunque, ma il vicesegretario. Sopra di lui c’è solo Salvini. A Crippa diciamo che non è accettabile l’idea che la legge 194 sia questione di coscienza personale e che non sia un tema politico. Dietro questa maschera inconsistente si sono sempre nascosti i traditori politici. Per la politica la vita o la morte sono di sicuro un tema politico, anzi è il primo e principale, dato che tutto il resto ne consegue. Qual è la prima cosa che la politica deve proteggere se non la vita? Per chi viene ucciso la politica non serve più. Se la politica se ne tira fuori, inganna se stessa e gli elettori. Il partito che tollera il deferimento del tema vita alla coscienza individuale si trasforma in un partito aguzzino senza nemmeno il coraggio di dirlo. Secondo Crippa non c’è una linea di partito pro o contro l’aborto, ma basta che ci sia una linea di partito per la libertà di coscienza dei propri aderenti e parlamentari sul tema per imporre alle coscienze rette di non votare Lega.

Allo sconcertante intervento di Crippa ha fatto seguito quello di Laura Ravetto, responsabile leghista per le Pari Opportunità che ha detto: «Come Lega siamo e saremo sempre per la libera scelta, soprattutto su un tema personale come l’aborto su cui sono proprio le donne ad avere l’ultima parola. È la linea del nostro partito, da sempre». Anche questo intervento può dirsi politicamente “autorevole” e va oltre la posizione di Crippa sulla libertà di coscienza perché investe direttamente il partito.

Se Salvini non dice niente, vuol dire che approva e, se approva, la Lega diventa un partito non più votabile per un cattolico che non sia á la Nardella. Lo avevamo già detto per il Veneto di Zaia, dovremo ora dirlo anche per la Lega a livello nazionale? La risposta a Salvini.