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DIARIO DA CRACOVIA

La gratitudine e la memoria per la nostra amicizia

I giovani in viaggio con la Bussola raccontano la loro Gmg partendo dalla loro amicizia, di cui fare memoria. Un buon passatempo per tutta la giornata di sabato "ad abbrustolirci sotto il sole in attesa dell'arrivo del Papa". E i polacchi non smettono di salutarci, a differenza di altre gmg dove l'accoglienza era più fredda. 

Ecclesia 31_07_2016
I giovani di San Martino in Rio in viaggio con la Bussola

Sesta giornata, 30 luglio 2016


Venerdi abbiamo raggiunto il parco di Blonia per celebrare assieme a Papa Francesco la Via Crucis. In questo grande spazio verde di quasi 50 ettari eravamo tantissimi, qualcuno ci ha detto ben più di mezzo milione! A pochi passi dal centro di Cracovia, viene solitamente utilizzato per concerti, manifestazioni, parate o per le gite all'aria aperta. I cittadini di Cracovia ne vanno molto fieri e qui si sono svolti alcuni dei principali eventi della Gmg.

Tutta la via Crucis ha avuto come filo conduttore il servizio e l'accoglienza, temi molto cari al Papa, su cui non si stanca di invitarci a riflettere. Quattordici stazioni, ognuna contemplava le opere di misericordia, ed ognuna era animata da un'associazione, una comunità che nei diversi continenti opera per un mondo più giusto e fraterno. La prima stazione, ad esempio, era animata dalla delegazione internazionale dei giovani della Comunità di Sant'Egidio ed era dedicata all'opera corporale di "alloggiare i forestieri”. La Croce della Gmg è stata portata da alcuni rifugiati siriani, assieme ad una coppia di senzatetto polacchi. 

La Via Crucis è proseguita con tanti altri stimoli e provocazioni, è stata partecipata e appariscente, ma allo stesso tempo profonda, ci ha permesso di pregare e di comprendere il messaggio di fondo con chiarezza. Ogni stazione ci ha calato concretamente in tante realtà di sofferenza, di ingiustizia, di miseria, di emarginazione, che persistono in tante regioni del nostro pianeta, ma anche nella prossimità delle nostre città; allo stesso tempo ci ha proposto alcune belle realtà di luce, alcuni segni vivi e vivificanti della misericordia di Dio. 

Prima di congedarci papa Francesco ci ha offerto una preziosa riflessione, nella quale ha avuto occasione di ripercorrere un itinerario di riflessione che gli sta certamente a cuore: "Nell’accoglienza dell’emarginato che è ferito nel corpo, e nell’accoglienza del peccatore che è ferito nell’anima, si gioca la nostra  credibilità come cristiani». Ha aggiunto poi una definizione forte che ci ha colpito: «Se uno che si dice cristiano non vive per servire, non serve per vivere. Con la sua vita rinnega Gesù Cristo».

Papa Francesco ha poi proseguito con una provocazione, che nasce dall'aver assistito a tanti racconti e testimonianze durante la Via Crucis, ma certamente anche alla luce della sua visita silenziosa ad Auschwitz fatta poche ore prima: “Dov’è Dio?” Dov’è Dio, se nel mondo c’è il male, se ci sono uomini affamati, assetati, senzatetto, profughi, rifugiati? Dov’è Dio, quando persone innocenti muoiono a causa della violenza, del terrorismo, delle guerre? Dov’è Dio, quando malattie spietate rompono legami di vita e di affetto? O quando i bambini vengono sfruttati, umiliati, e anch’essi soffrono a causa di gravi patologie? Dov’è Dio, di fronte all’inquietudine dei dubbiosi e degli afflitti nell’anima?" Ha poi risposto con chiarezza: "Esistono domande per le quali non ci sono risposte umane. Possiamo solo guardare a Gesù, e domandare a Lui. La risposta di Gesù è stare con loro; Egli soffre con loro, profondamente identificato con ciascuno. Egli è così unito ad essi, quasi da formare un solo corpo”. Una risposta simile a quella che ci ha proposto anche Mons. Zuppi.
Prima di darci l'arrivederci alla grande veglia di sabato ha concluso con un invito, che certamente riprenderà ancora: "L’unica risposta possibile per il discepolo di Gesù è il dono di sé, anche della vita, a imitazione di Cristo".

Una bella via Crucis, preparata con cura e animata da tanti contributi e da un'intensa preghiera, che abbiamo concluso a malincuore. Siamo tornati ai lontani pullman per tornare per l'ultima volta alle nostre famiglie polacche. 

Questa mattina (sabato) ci siamo diretti con fretta alla stazione dei treni più vicina per giungere in prossimità del Campus Misericordiae dove stasera celebreremo la veglia e domani (stamattina ndr) la Santa Messa. Durante il cammino, ma a dire il vero anche in tante altre occasioni, siamo rimasti meravigliati dai sorrisi, dai saluti, anche un semplice "gindobre" (buongiorno) che ci rivolgevano tanti polacchi per le strade e fuori della loro case. Raramente questo è successo nelle altre Gmg. A Madrid ad esempio, sembrava quasi che la città neppure si fosse accorta della nostra presenza. Questo ci ha rinfrancato e incoraggiato molto nel nostro pellegrinaggio.

Appena giunti al Campus Misericordiae, a pochi km da Cracovia siamo rimasti a bocca aperta: un'immensa spianata, con al centro un palco con una grande croce bianca. Tanti giovani che incominciavano a riempire gli spazi attorno al palco e non solo, con tante bandiere colorate e volti gioiosi. Questa visione è difficilmente descrivibile, occorre viverla, esserci. Siamo giunti al Campus poco dopo le 11, giusto in tempo per prenderci un buon posto alla destra del palco. Qualche ora in attesa della veglia, in cui ci siamo abbrustoliti, ma un tempo proficuo per riposarci un po', in cui abbiamo avuto la preziosa opportunità di ripercorrere alcuni momenti di questi giorni e fare memoria della nostra amicizia. Siamo ora in attesa dell'inizio della veglia, ci hanno detto che il papa sarà puntuale, il tempo è buono, siamo assieme, abbiamo il cuore colmo di gratitudine.. tanti ingredienti importanti per rendere questi momenti un'autentica esperienza di vita e di fede.