La Francia trema per le Olimpiadi più pericolose
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Olimpiadi pericolose in arrivo: Parigi 2024 inizia all'insegna delle contestazioni di ecologisti e sinistra radicale, con in più le elezioni anticipate. E resta latente la minaccia di attentati islamici.
Olimpiadi di Parigi 2024, le ragioni per essere preoccupati ci sono tutte. Mai un movimento di protesta è stato così poliedrico, e al tal punto feroce, da imporre il più grande dispiegamento di forze dell’ordine che la storia dei Giochi abbia mai visto. Presso la base aerea nell’Yvelines è stato allestito un campo per ospitare settecento soldati che si dedicheranno solo alla sicurezza dell’evento olimpico insieme al rinforzo di oltre 2180 uomini da quarantacinque Paesi e al resto delle forze francesi già schierate.
L’evento più seguito del pianeta - si contano un miliardo di telespettatori - è sotto scacco ancor prima di iniziare, anche se a distrarre di poco i tentativi di boicottaggio, da qualche giorno, ci sta pensando il caos generato dalle elezioni anticipate indette da Macron per il 30 giugno. Gli sforzi delle varie sigle di protesta, adesso, dovranno essere incanalati anche nella campagna elettorale.
Ma le minacce restano. I Giochi rappresentano il simbolo della devastazione ambientale, della Tradizione, dei valori Occidentali, del capitalismo.
E, così, c’è la galassia ecologista con gli attivisti di estrema sinistra che hanno messo a lavorare gli “eco-guerrieri” in proteste che animano il Paese da mesi. Quando Darmanin, ministro dell’interno, ha presentato il piano sulla sicurezza per Parigi 2024, ha messo in guardia il Paese, «la protesta ambientalista dell’estrema sinistra è la più significativa».
Sono infatti indignati all’idea di vedere sponsor che odiano come Coca-Cola, LVMH e le grandi banche a sostegno delle Olimpiadi in aggiunta allo sdegno per gli impianti costruiti e lo sgombero delle varie tendopoli improvvisate da immigrati irregolari. Le varie Ong come Utopia 56 o il collettivo “Le revers de la médaille” denunciano un “pulizia sociale” ai danni di clandestini e minori non accompagnati. Per venerdì 14 giugno, a Place Trocadéro, è stata indetta l’ennesima manifestazione contro il razzismo, i confini e il fascismo in protesta a espulsioni ed evacuazioni in vista dei Giochi.
È da agosto 2023 che Parigi vede sfilare proteste ben organizzate, oltre che gestire una crisi dopo l’altra. E sulle reti crescono gli appelli nazionali a ostacolare, bloccare e provocare il caos. Il fatto che la fiamma olimpica sia arrivata a Marsiglia, un mese fa, senza problemi di ordine pubblico è stato celebrato dalla stampa francese come un successo superiore al primo posto nel medagliere olimpico.
A fare da supporto emotivo c'è anche “Saccage 2024”, un piccolo gruppo con sede a Parigi, impegnato nella crociata contro i Giochi, «Per noi le Olimpiadi sono nate da una fantasia dell’antica Grecia di un barone francese (Pierre de Coubertin, ndr) che era razzista e misogino. I Giochi hanno già distrutto i nostri spazi verdi, le nostre case e le nostre libertà. I Giochi stanno evacuando anche i più precari dalla regione di Parigi. Per mostrare la nostra rabbia contro questo spettacolo che non nasconde nemmeno la sua origine reazionaria, vorremmo spegnerne la fiamma».
La vetrina mondiale è particolarmente ghiotta ai colpi brillanti per le battaglie ambientaliste, ecologiste e halal. E il perimetro della sottomissione all’islam ha fatto presto ad allargarsi con lo stop all’alcol durante i giochi che racconta come nel Paese del monaco benedettino Dom Pérignon, e di quelli che sono tra i produttori vitivinicoli che hanno fatto la storia, le insegne del potere sono state trasferire. La legge coranica ha vinto sulla civiltà europea, penetrando in scioltezza nei meccanismi che definiscono usi e costumi europei.
Il vento della cancel culture soffia e spazza via carne, zuccheri, plastica e alcool. Dopo che qualcuno aveva schernito il fatto che all’ultimo mondiale, sebbene una famosa birra fosse sponsor Fifa, i monarchi del Qatar avessero comunque vietato l’alcol, l’illuminata Parigi diventa come una delle monarchie arabe e mette al bando ogni bevanda alcolica durante i Giochi. Ma il dogma proibizionista, salutista e ambientalista ha imposto anche il divieto di patatine fritte, perché insalubri. E allora campo libero a hot dog vegetariani e falafel.
La ONG Global Carbon Market Watch ritiene che l’impatto di Parigi 2024 sul pianeta sia «troppo significativo perché i Giochi possano essere ecologicamente “sostenibili”: nessuna edizione dei Giochi Olimpici potrà davvero essere compatibile con gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima». La protesta imperversa anche perché il governo aveva promesso «nessuna bottiglia di plastica con spettatori e atleti muniti della propria borraccia», ma il progetto è decaduto presto.
E, intanto, dal manifesto ufficiale delle Olimpiadi di Parigi 2024 è scomparsa la croce, quella che svetta sulla cupola degli Invalides. Ugo Gattoni, il fumettista parigino a cui è stato affidato il progetto, ha infilato di tutto nell’opera dai vaghi rimandi alla Belle époque. C’è la Torre Eiffel, lo Stade de France, il Trocadero, l’Arco di trionfo e il multiculturalismo con spettatori, o sportivi - si capisce poco -, dalle varie etnie. C’è veramente un po’ di tutto tranne la croce sugli Invalides.
Tempi duri per i cattolici nell’ex “figlia prediletta della Chiesa”. Nella patria della laïcité più esasperata, quella, nel cui nome, ci si è arrovellati finanche sul diritto di una statua della Vergine Maria di sostare in un’aiuola comunale, s’è fatto un passo in più nel programma della cancel culture: la cattedrale Saint-Louis-des-Invalides, uno dei simboli del Paese, evidentemente imbarazza troppo con la croce che svetta ben visibile.
E, poi, ovviamente c’è il terrorismo islamico a turbare il sonno di un Paese che si avvia ai giochi già stanco. Solo pochi giorni fa, un diciottenne ceceno è stato arrestato perché aveva progettato un attentato islamico durante una delle partite di calcio del torneo olimpico. Era arrivato in Francia lo scorso anno con i genitori.
Il ministro degli Interni Gérald Darmanin ha annunciato in un’intervista a Le Parisien-Aujourd’hui en France, che, tra quanti hanno ottenuto di lavorare nel villaggio olimpico, sono già state individuate 161 persone che rientrano tra i cosiddetti “fiche S” - una delle 21 categorie, create nel 1969 dal governo francese, nelle quali rientrano specifiche tipologie di ricercati, nel caso specifico parliamo di quelli considerati una minaccia per il Paese. Tra i 161 pericolosi, 105 erano islamisti con un curriculum importante sulle spalle. Mentre 1392 sono stati i respinti, «vale a dire quanti avevano precedenti penali o in situazioni irregolari con il permesso di soggiorno», precisa Darmanin.
«Il conflitto in Medio Oriente avrà conseguenze per Parigi nel 2024», prevedono i servizi d’intelligence. L’arrivo della squadra israeliana, l’unica ad essere monitorata 24 ore su 24, esaspera le passioni degli attivisti. E mentre il movimento “BDS”, per “boicottaggio, disinvestimento, sanzioni”, intensifica i suoi appelli a non consumare più prodotti provenienti da Israele, una campagna virulenta esorta, ancora, sotto l'hashtag #BanIsrael, ad escludere gli israeliani dai Giochi.
«Sarà fatto tutto per evitare che i fanatici abbattano la bandiera con la stella di David o attacchino fisicamente la delegazione, protetta anche da agenti di sicurezza israeliani armati», avvertono a Place Beauvau, dove nessuno può dimenticare l’uccisione di 11 membri della squadra israeliana per mano di terroristi del gruppo palestinese Settembre Nero a Monaco 1972.
In totale, gli analisti del discretissimo Olympic Intelligence Center, situato presso il Ministero degli Interni, hanno immaginato non meno di settantadue scenari che vanno da un semplice incidente a una grave crisi.
La bandiera del politicamente corretto sventola insieme a quella ambientalista e della cancel culture, ci sono tutte tranne la francese: anche quella è stata tolta dal manifesto dei Giochi Olimpici Parigi 2024.