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DOPO IL VOTO

La Francia lo dimostra: la violenza è nella natura della sinistra

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Si erano preparati per scatenare una sommossa, se avesse vinto la Le Pen. Ha vinto il Fronte Popolare e la sommossa è partita comunque, contro la polizia. Tacita approvazione dei partiti di sinistra.

Editoriali 09_07_2024
Scontri a Parigi anche dopo la vittoria del Fronte Popolare (La Presse)

Nonostante il “Nuovo Fronte Popolare”, un’accozzaglia di sinistra, abbia vinto le elezioni francesi al secondo turno, in termini di seggi e non per il voto popolare, le rivolte sono scoppiate domenica sera in tutto il paese, dopo che le frange radicali ed estremiste di sinistra, organici alla coalizione dei vincitori, si erano date appuntamento, in previsione di una vittoria della coalizione di centro destra del “Rassemblement National-Les Républicains”.

I risultati delle elezioni francesi hanno mostrato che «l'alleanza del disonore», come l’hanno chiamata sia Marine Le Pen sia Eric Ciotti, tra il presidente Emmanuel Macron e la sinistra del Nuovo Fronte Popolare, ha di fatto impedito alla alleanza di centro destra di ottenere la maggioranza, pur avendo ottenuto il maggior numero di voti, più 1.400.000 voti rispetto alla coalizione delle sinistre e 2.400.000 voti di vantaggio sui macronisti.

Nonostante il governo francese, in vista del secondo turno di voto, avesse mobilitato 30mila agenti di polizia, di cui 5mila a Parigi, in previsione di disordini da parte dell'estrema sinistra se la destra avesse ripetuto il suo successo al primo turno, non c’è stato alcun timore dei giovinastri violenti di “Antifa”, vandali comunisti, islamisti violenti e incappucciati di varie specie anarchiche, nel saccheggiare ed incendiare le città francesi. 

Nulla ha indotto i malavitosi di sinistra a sospendere le scorribande programmate, dimostrando ancora una volta come la violenza sia ormai connaturata alla sinistra ed i partiti di quello schieramento, invece di stigmatizzarla e denunciarla, la coccolano per mobilitarne le forze contro il fantasma del nemico e attrarne cinicamente i voti.

A Place de la République a Parigi, dove avrebbe dovuto svolgersi una manifestazione a sostegno della Palestina domenica sera, un’ occasione programmata in realtà per protestare contro la possibile vittoria delle destre, la concentrazione si è trasformata dapprima in una gigantesca festa di sinistre ed islamisti uniti, come anticipato nei commenti di Lorenza Formicola e Alexandre Del Valle, poi è scaturita in violenze.

Secondo la prefettura di polizia, 8mila persone hanno festeggiato, con bandiere algerine e marocchine, oltre a quelle rosse e palestinesi, la vittoria del “Nuovo Fronte Popolare”, scattata immediatamente dopo il discorso l'attivista islamista Elias d'Imzalène, che nel 2021 si era già fatto conoscere per aver aizzato le proteste di centinaia di ambulanti in kefiah e bandiere palestinesi. Tuttavia, sul finire dei festeggiamenti, sono iniziati scontri, incendi, vandalismi e cariche della polizia in diversi quartieri della capitale. Stesso copione, evidentemente parte di un piano ben organizzato da tempo, anche nelle città di Rennes, Lione, Marsiglia, Nantes e in altre città della Francia, riferisce Le Figaro.

Domenica le molte immagini sconvolgenti, ignorate dalle agenzie di stampa e dalla grancassa dei giornali europei ed internazionali, invece dimostrano quali e quanti civili e moderati sostenitori della sinistra abbiano messo a ferro e fuoco interi quartieri e centri cittadini di Parigi e dell’intera Francia. A Nantes almeno un poliziotto antisommossa è rimasto gravemente ustionato da una molotov lanciata contro lui ed i suoi colleghi, a Rennes i compagni violenti e festanti hanno vandalizzato e incendiato il centro storico e si sono scontrati con la polizia a Limoges il sindaco della cittadina Emile-Roger Lombertie, appartenente ai Repubblicani, ha denunciato insulti e violenze subite da parte dei sostenitori del Nuovo Fronte Popolare (NFP).

Non a caso, uno dei candidati “simbolo” del Nuovo Fronte Popolare, eletto domenica nella prima circoscrizione di Vaucluse, Raphaël Arnault, è uno dei leader della “Giovane Guardia Antifascista”, movimento di picchiatori e vandali francesi di estrema sinistra.

Sebbene Macron si sia speso durante tutta la campagna elettorale, anche attraverso la complicità dell’establishment politico e amministrativo francese e de mass-media tradizionali per frenare l’ascesa della cosiddetta "estrema destra", sono stati i novelli partner politici ed elettorali di sinistra di Macron, uno su tutti il leader di France Insoumise Jean Luc Mélenchon, che hanno ampiamente sostenuto la violenza politica e le rivolte nell'ultimo anno in Francia.

Anche in Italia la situazione dovrebbe indurre tutti a un maggiore senso responsabilità, gli apprezzamenti per la vittoria dell’islamo-sinistra francese e gli inviti ad unirsi contro le destre di Schlein, Fratoianni, Bersani e Conte, considerati insieme alle grida ed inviti alle “buone” violenze contro ebrei e fascisti, ormai frequenti in molte manifestazioni dell’Anpi, da parte di giovinastri sostenitori di Hamas e di appartenenti a centri sociali e formazioni anarcoidi, dimostrano fattualmente come la violenza sia sempre più connaturata alla sinistra più o meno democratica, da Seattle a Parigi, da Berlino a Torino.

È tempo per i partiti socialcomunisti europei di avere il coraggio della denuncia chiara nei confronti di propri accoliti e della rinuncia a connivenze foriere solo di violenze antidemocratiche.