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L’invito

La fine dell'Europa, a Lonigo la Giornata di Dottrina sociale

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Sabato 23 novembre, a Lonigo (Vicenza), la VI Giornata di Dottrina sociale della Chiesa, organizzata da Bussola e Osservatorio Van Thuân. Tema: la fine dell’Europa. Una possibilità di incontro, anche per incoraggiarsi rispetto all’impegno per la DSC, oggi grande dimenticata. Iscrizioni aperte.

Attualità 15_11_2024

Sabato 23 novembre prossimo si svolgerà la VI Giornata nazionale della Dottrina sociale della Chiesa, un appuntamento che i lettori della Bussola conoscono bene e ai quali rivolgiamo l’invito a partecipare. Anche quest’anno la Giornata è organizzata dalla Bussola insieme all’Osservatorio Cardinale Van Thuân e si terrà nel salone di rappresentanza della Villa San Fermo a Lonigo (Vicenza). Il tema che caratterizzerà la Giornata di quest’anno è indicato dal titolo Finis Europae, un epitaffio per il vecchio continente?, che verrà affrontato al mattino dalle relazioni di Stefano Fontana, di don Samuele Cecotti e dell’arcivescovo Giampaolo Crepaldi e, nel pomeriggio, da Gianfranco Battisti, Lorenza Formicola e Tommaso Scandroglio, coordinati da Stefano Chiappalone. La partecipazione è libera ma è necessaria l’iscrizione per predisporre adeguatamente gli spazi. A questo link si può vedere la locandina con il programma dettagliato e le indicazioni per la partecipazione.

Senza nulla togliere all’importanza di approfondire un tema così vicino oggi alle nostre preoccupazioni, come appunto quello dell’Europa che sembra non dare più segni di vita, l’aspetto forse più importante di questo evento annuale è la possibilità di incontro che esso offre. Intendo il ritrovarsi insieme come popolo della Dottrina sociale della Chiesa. Ci leggiamo a distanza, partecipiamo a convegni on line, vediamo videoregistrazioni di conferenze... ma non ci incontriamo mai. Molti di noi si sentono impegnati per la Dottrina sociale della Chiesa. Gli articoli della Bussola ne trattano spesso direttamente e sempre tengono conto del suo quadro di riferimento. Ciò avviene anche per quanti seguono la formazione dell’Osservatorio Cardinale van Thuân. Per esempio in questo momento sono in corso ben tre corsi di formazione a distanza alla Dottrina sociale della Chiesa organizzati proprio da chi organizza la Giornata del 23 novembre. Però incontrarsi, rivedersi, incoraggiarsi è tutta un’altra cosa. Vorrei insistere sul verbo incoraggiarsi. Siamo tanti? Siamo pochi ad interessarsi a questa Dottrina? Non ha importanza, basta che siamo convinti e che siamo concordi, e spesso per andare avanti c’è anche bisogno di stringersi la mano per aiutarsi a continuare.

Poi c’è l’altra dimensione altrettanto importante che motiva l’invito che qui rivolgiamo. Vi sembra che la Dottrina sociale della Chiesa a cui sono appunto dedicate queste Giornate nazionali annuali sia amata e proposta nella Chiesa di oggi? Solo a sentire quante volte se ne parla – ossia quasi mai – vien fatto di capire che essa è la grande dimenticata. Tutti noi possiamo fare una esercitazione: prendiamo i quattro temi sociali e politici principali di questo momento – la transizione climatica, il gender, le immigrazioni e l’europeismo – e chiediamoci se i vertici della Chiesa li stanno affrontando con riferimenti espliciti alla Dottrina sociale della Chiesa. A me non sembra. Anzi, si potrebbe forse dire il contrario, ossia che i vertici ecclesiastici facciano proprie, condividano e appoggino le versioni ufficiali e politicamente corrette su tutti questi punti. Ci aspettiamo spesso qualcosa di cattolico ma viene proposto solo qualcosa di mondano.

Infine, l’invito che rivolgiamo riguarda anche l’argomento della Giornata di quest’anno. Il tema è quello del 16° Rapporto dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân (Edizioni Cantagalli) dedicato appunto alla fine dell’Europa e alla possibilità che si sia arrivati a scrivere un epitaffio sulla sua tomba. Su questo tema assistiamo oggi ad un grande paradosso. Dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane, molti, e non solo Mario Draghi, dicono che è venuta l’ora delle scelte. Si ritiene che il nuovo presidente americano, sia ponendo dazi sui prodotti europei sia chiedendo agli Stati europei di finanziare maggiormente la protezione militare della NATO, obbligherà l’Europa a fare sempre di più da sola, a contare di più su se stessa. A ciò ci sarebbe spinti anche dal nuovo contesto internazionale dove, tra grandi potenze e BRICS, l’Europa può fare la fine del vaso di coccio tra i vasi di ferro. Non ci saranno più gli USA a cambiare il pannolino all’Europa, questo prevedono quanti spingono alle grandi scelte, che sarebbero poi due: procedere verso una unificazione più forte e finanziare una difesa europea. Insomma, diventare una “grande potenza”. Ciò, però, come dimostra il Rapporto dell’Osservatorio tramite diciassette studi di specialisti, contrasta con la misera situazione dell’Europa di oggi. L’Europa è divisa, vive una guerra intestina, vi si preannunciano tensioni sociali; l’industria europea, soprattutto quella tedesca, è in crisi, i rincari dopo la perdita del gas russo mettono in ginocchio il settore energetico, il modello socialdemocratico è al collasso, la società multireligiosa e multiculturale crea tensioni da guerra civile, l’Unione europea si manifesta sempre di più come una costruzione artificiale, le politiche ideologiche sul green o sulla famiglia producono crescente insoddisfazione e opposizione. Non si capisce come questa Europa possa fare scelte da grande potenza. Sia un rafforzamento dell’Unione sia il progetto di una difesa comune preoccupano più che rassicurare e otterranno senz’altro attive resistenze.

Per tutti questi (validi) motivi vi diamo appuntamento a Lonigo (tra Vicenza e Verona) sabato 23 novembre.