La fedeltà paga: più vocazioni in Africa, crollo in Europa
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In Francia e Italia (e non solo) la vita consacrata langue, mentre in Nigeria fiorisce tra le persecuzioni, dove c'è una Chiesa che non teme il martirio e non insegue l'approvazione del mondo. La differenza è tutta qui.
Primo quadro: l'Africa esplode di vocazioni. Soprattutto nei Paesi in cui i cristiani vengono perseguitati a morte. È il caso della Nigeria: 6555 seminaristi registrati nel 2020 (vedi qui), ma anche oltre 4mila cristiani uccisi, più di 3mila rapiti e centinaia di chiese distrutte. Sofferenza e morte a causa della fede in Nigeria sono una realtà concreta, quotidiana.
Ne ha fatto esperienza il giovane postulante benedettino Peter Olarewaju, insieme ad altri due confratelli, Godwin Eze (nella foto) e Anthony Eze (qui la loro storia), rapiti e sequestrati da nove uomini armati di fucili e machete, lo scorso ottobre. Godwin è stato ucciso, dopo aver esortato i compagni a perseverare in mezzo a continue fustigazioni, percosse, fame e minacce di morte. È stato proprio lui, come ha testimoniato Peter, a svelare ai compagni il segreto per non cedere alle indicibili sofferenze e alla paura: «Ci siamo attenuti alle nostre preghiere. In effetti, è stata un'idea di fratel Godwin quella di continuare con le nostre preghiere mentali. Ci facevamo segno l'un l'altro di pregare in silenzio, poiché gli uomini non volevano sentire il nome “Gesù”».
È un monastero povero, fiorente di giovani vocazioni, quello dell'Annunciazione di Eruku, nella diocesi di Ilorin (Nigeria). Un monastero che, nella sua semplicità, dimostra, tra l'altro, una grande attenzione per la sacralità della liturgia, come dimostrano alcuni post presenti nella loro pagina Facebook.
Secondo quadro: in occasione del 2 febbraio, Giornata della vita consacrata, il quotidiano La Croix ha fatto il punto sulla vita religiosa femminile in Francia: dal 2000 al 2020, le contemplative si sono quasi dimezzate da 5.237 a 2.972, soprattutto benedettine e carmelitane; mentre le suore di vita attiva sono crollate da 48.412 a 15.654, delle quali più di diecimila risultano ultrasettantenni. Tra le comunità religiose e i monasteri che si sono salvati, decisivo è stato l'arrivo di vocazioni dall'estero, soprattutto da India e Africa. Una suora domenicana della Presentazione di Toulouse di 82 anni, ricorda che quando lei era entrata in monastero, la Francia contava più di cento mila religiose.
Se la Francia piange, l'Italia di certo non ride. Un articolo del Corriere della Sera del 2019 fotografava impietoso la realtà: meno 37,4% dei sacerdoti, in cinquant'anni (dal 1970), che risultano poco più di 40 mila, dei quali solo 17 mila parroci. Le suore in Italia nel 2018 erano di più delle francesi (74.545), ma dimezzate rispetto a 50 anni prima, confermando un trend molto simile a quello d'Oltralpe.
Primo quadro, variante bis: il cardinale Ambongo, sostenuto dall'episcopato, dal clero e dai numerosissimi fedeli del continente africano, è andato a Roma per dire apertamente che in Africa le benedizioni autorizzate dalla dichiarazione Fiducia supplicans non verranno attuate. I cattolici africani – ha spiegato Ambongo – si sono letteralmente imbufaliti di fronte al documento uscito dal Dicastero per la Dottrina della Fede. E i vescovi africani si sono di fatto sentiti presi in giro da un documento che ha scavalcato la tanto conclamata sinodalità, imponendo una posizione proprio nell'anno che sta portando alla sessione finale del Sinodo.
Secondo quadro, variante bis: il presidente della CEI, il cardinale Matteo M. Zuppi, aveva salutato positivamente FS, ritenendola «un’applicazione concreta della convinzione di fede che l’amore di Dio non ha confini e proprio il suo operare è alla base del superamento delle situazioni difficili in cui versa l’uomo. Le benedizioni sono una risorsa pastorale piuttosto che un rischio o un problema». Un'affermazione nello stile del “vescovo del dialogo” per eccellenza: parole a vanvera, senza mai entrare nel cuore delle questioni. La Conferenza Episcopale Francese non è stata da meno (vedi qui), eccezion fatta per le nove diocesi della provincia ecclesiastica di Rennes (qui).
Primo quadro, variante ter: la Chiesa africana è quella che, più di ogni altra, lotta con tutte le sue forze contro l'invasione secolarizzante del mondo Occidentale, che tenta in ogni modo, soprattutto con i ricatti, di seminare contraccezione, sterilizzazione, liberalizzazione della sodomia, per non parlare delle campagne di vaccinazione che hanno portato all'invalidità numerosi giovani africani. Lotta altresì contro l'islamizzazione violenta e forzata, per mano di Boko Haram e altre organizzazioni simili. Una Chiesa che non fa della “promozione della donna” il suo baluardo, e finisce per avere famiglie numerose e conventi femminili strapieni. Che cerca di lottare per mantenere il celibato dei sacerdoti, punto dolente per la cultura africana, e i seminari scoppiano. Che cerca di non abbassare il tenore della propria fedeltà a Cristo per timore di rimanere senza aiuti dall'Occidente o per paura della morte. E il cristianesimo esplode.
Secondo quadro, variante ter: la Chiesa in Italia e in Francia promuove i suoi Bordeyne, Paglia, Chiodi, che ci raccontano che la contraccezione non è sempre un male, che la fecondazione artificiale omologa può aiutare la coppia, che l'insegnamento del Catechismo sull'omosessualità dev'essere rivisto, che l'immigrazione selvaggia cui stiamo assistendo è una risorsa. Chiese in cui è tutto un parlare di ministeri al femminile, di apertura al mondo, di clero uxorato, di appoggio alle politiche suicide dell'Occidente, di politicamente corretto per non urtare nessuno. E i conventi si chiudono, le parrocchie si accorpano, i cristiani spariscono o si adulterano nella fornicazione con il mondo dell'Anticristo.
Morale della favola: la fedeltà a Cristo significa martirio e martirio significa fecondità; la fedeltà al mondo significa approvazione e l'approvazione del mondo significa sterilità. Perché se si è di Cristo, il mondo ovviamente ci odia, ma si vive e si cresce della vita di Cristo; se si è del mondo, il mondo ci ama, ma si partecipa della corruzione mortifera del mondo. Una logica squisitamente evangelica, clamorosamente dimenticata proprio da quei falsi pastori, che vanno sempre a braccetto con tutti: «Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia (…) Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra» (Gv 15, 19-20).
Crollo delle vocazioni, l'Irlanda si scopre post-cattolica
Un tempo fucina di missionari, oggi la Chiesa irlandese vive una grave mancanza di sacerdoti e vocazioni. Diverse diocesi (Dublino inclusa) hanno elaborato piani con liturgie guidate da laici, meno Messe e parrocchie unificate. Ma in mezzo alla crisi, c’è qualche istituto che dà segnali di speranza.
Stare con Gesù, solo così rifioriranno le vocazioni
La recente Istruzione della Congregazione per il Clero non è rivoluzionaria come indicato dai media ma risente di un approccio “pastoralista”. Per rilanciare l’evangelizzazione c’è infatti un’unica ricetta: stare in chiesa con il Signore, predicare, scacciare i demoni. Come faceva il Santo Curato d’Ars.
Lettera sulla vita consacrata, ideologica come Fratelli tutti
La recente lettera della Congregazione per la Vita Consacrata ribalta il fine che orienta la consacrazione verginale e religiosa, che è la ricerca di Dio. Il documento propone invece l’ideologia di una fratellanza orizzontale, dove Gesù Cristo è un optional o al più un utile mezzo, nel solco dell’enciclica “Fratelli tutti”, più volte citata e proposta come modello.
I cattolici aumentano in Asia e Africa, dove sono più perseguitati
L'agenzia Fides, per la Giornata missionaria mondiale, ha pubblicato le statistiche aggiornate sul cattolicesimo nel mondo. In calo in Europa e in parte anche in America, il cattolicesimo cresce (anche nelle vocazioni) soprattutto in Asia e Africa.