L'ANTIDOTO
La fede di Dickens
La rivista Studi Cattolici sulla strana religione dello scrittore inglese tra misteri e apparizioni.
Cultura
31_03_2012
Nel bicentenario della nascita di Charles Dickens, l’anglicista Elisabetta Sala ne ha tracciato un sintetico ritratto sul mensile «Studi cattolici» (n. 612, febbraio 2012), dal quale ritaglio il seguente passaggio. «Fu sempre decisamente e irrevocabilmente avverso al cattolicesimo, che ancora nell’Ottocento era visto dagli inglesi come la religione dell’Anticristo: ricordiamo che i cattolici del Regno Unito erano stati “emancipati” dalla maggior parte delle discriminazioni soltanto nel 1829 e che la gerarchia episcopale non poté essere ristabilita sul suolo britannico prima del 1850. Da bravo suddito, dunque, Dickens rifiutò tenacemente il papismo; questo nonostante un sogno bizzarro al quale decise di non dare ascolto, in cui la sua giovane cognata, morta a diciassette anni e da lui adorata e idealizzata, gli era apparsa vestita di azzurro come una Madonna dicendogli che per lui la vera fede poteva essere soltanto quella cattolica. In seguito si sentì per qualche tempo attratto dall’unitarismo, una setta protestante che razionalizzava il cristianesimo, negando la natura divina di Cristo, a cui appartennero anche Coleridge e Darwin».
L’attrazione fatale di Dickens per le giovani ragazze non lo portò, dunque, al cattolicesimo, bensì alla separazione dalla moglie Catherine: «Dopo più di dieci parti, ognuno dei quali l’aveva mandata in una profonda depressione, Catherine si era molto appesantita, a detta del marito, in senso fisico e morale. La convivenza gli apparve impossibile quando, nel 1857, egli conobbe una giovane attrice, Ellen Ternan, più giovane di lui di ventisette anni. Il bubbone scoppiò, pare, quando Catherine ricevette per errore un braccialetto destinato a Ellen».