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IL DEF E LA RIFORMA DEGLI ASSEGNI FAMILIARI

La famiglia può attendere (se lo dice Renzi)

Nel Def non c'è traccia dei 4 miliardi per la riforma degli assegni familiari. L'imbarazzo dell'estensore con la Nuova BQ: "Non è chiaro se siano stati esclusi". In realtà è tutto chiaro: l'aveva già deciso Renzi ad Avvenire: "La famiglia può attendere".

-TASSE, ITALIA MAGLIA NERA di Matteo Borghi

Editoriali 14_04_2017
Matteo Renzi

Famiglia la grande assente. Non si facciano illusioni quanti speravano in un’inversione di tendenza. Il governo aveva sbandierato ai 4 venti la rivoluzione sul nuovo sistema degli assegni familiari. La legge che avrebbe dovuto dare all’Italia un sistema equo e rivoluzionario in fatto di demografia e aiuti alle famiglie. Da tempo si blandiva il mondo cattolico e delle famiglie con il Ddl Lepri che avrebbe previsto 4 miliardi in più rispetto al solito, e soprattutto allargato la fascia degli aventi diritto anche a incapienti e partite Iva.

Tutto pronto, tutto ok, e poco importa se, come dimostrato solo dalla Nuova BQ il provvedimento avrebbe depresso ancora di più le famiglie numerose senza per altro rilanciare la demografia. Poco importa, perché il segnale doveva essere quello dell’inversione di tendenza, con qualche cosa di concreto. E invece?

Invece delle linee guida in vista della legge di stabilità, della riforma degli assegni familiari, nel Def non c’è traccia. Né vi è traccia dei 4 miliardi che il Governo avrebbe dovuto mettere per incrementare il sistema di aiuto alle famiglie con figli.

Ma come? E il Ddl Lepri che è in via di approvazione? E le promesse di Renzi ad Avvenire? Niente. Zero. Un film in bianco e nero. Spulcia di qua spulcia di là, anche l’estensore, il senatore del Pd Stefano Lepri, ha dovuto ammetterlo: “Non sono in grado di dare notizie precise”. Che tradotto vuol dire: non voglio dire che anche io l’ho presa in quel posto. Eppure il risultato è questo. I giornali si occupano del mancato abbassamento dell’Irpef, ma tra le pieghe di un Def che il Governo si vanta non essere recessivo, si può trovare anche la mancata inversione di tendenza in tema di politiche di rilancio della fiscalità familiare come spinta per l’economia.

In effetti Lepri, contattato dalla Nuova BQ, ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco, perché se il Def non prevede certi spostamenti di denaro pubblico, hai voglia poi a batterti in commissione quando la legge di stabilità arriverà nelle commissioni parlamentari.

Però una risposta definitiva non può esserci, bisogna sempre sfumare, sennò il ruolo del politico a che cosa serve? “Ne abbiamo appena parlato con chi ha scritto il Def – spiega Lepri alla Nuova BQ - e mi hanno detto che hanno individuato una formulazione generale in materia di interventi alla famiglia. Non si parla di cifre nel Def, ma non è escluso che questa misura si possa poi fare. Non bisogna dimenticare che il Def contiene indicazioni di massima. Insomma: attualmente il Def non lo esclude e non lo precisa”. Insomma: bonus alle famiglie? Rimandato a settembre, dunque non urgente.

Finisce così e c’è da scommetterci che in legge di stabilità verranno tirati fuori dei contentini elettorali attraverso la formula del bonus. Finisce così l’unico tentativo del governo, sbagliato, di affrontare il tema dell’inverno demografico e della fiscalità per le famiglie. Per certi versi forse è anche meglio così, ma allora perché questa sceneggiata? Per illudere le famiglie? O per rispondere al sempre valido gioco di sponda tra governo e governo ombra.

Proprio un mese fa Matteo Renzi, intervistato in ginocchio da Avvenire proprio sul Ddl Lepri aveva detto che era un testo importante, ma che adesso le priorità erano altre, ad esempio il lavoro. Detto, fatto. Come volevasi dimostrare: la famiglia può attendere. Lo ha deciso Renzi, che del governo Gentiloni è il grande manovratore nell’ombra.