La famiglia societas domestica, il convegno del Van Thuân
Si è svolto il 14 dicembre scorso il convegno “La famiglia societas domestica”. I relatori hanno denunciato l’attacco nichilistico in atto contro la famiglia, di cui hanno ribadito la vera natura, essenziale per l’armonia della società.
L’attacco alla fede cattolica parte oggi dalla demolizione della famiglia. La previsione di suor Lucia di Fatima (1907-2005) sembra proprio trovare conferma. Per denunciare questa tendenza nichilista, per ribadire la vera natura della famiglia, per sostenere la speranza e fornire indicazioni di comportamento, si è tenuto sabato 14 dicembre il convegno “La famiglia societas domestica” organizzato dall’Osservatorio card. Van Thuân. Negli splendidi ambienti della principesca Villa San Fermo di Lonigo (Vicenza) i numerosi partecipanti hanno ascoltato le relazioni dei professori Danilo Castellano, Rudi Di Marco, Giovanni Turco, mons. Rudolf Schmitz ICRSS e padre Antonio Ruiz Freites IVE. Gli atti del convegno verranno prossimamente pubblicati dalle edizioni Fede & Cultura, come già fatto per i precedenti della serie “San Tommaso e la Dottrina sociale della Chiesa”.
Castellano ha richiamato l’archetipo naturale della famiglia, nonostante la fatica con cui l’umanità lo ha messo a fuoco e poi vi è rimasta fedele. Il pensiero liberale della modernità combatte questa visione “naturale” in quanto respinge lo stesso concetto di “natura”, anzi ritiene che ciò che è naturale non sia giuridico e propone un concetto di uguaglianza indipendente dalla natura. Il divorzio approvato in Italia nel 1970 non riconosce che il matrimonio abbia una natura; la legge italiana 164 del 1982 aveva già allora aperto al cambiamento di sesso dopo il matrimonio, la Germania oggi stabilisce la scelta del proprio sesso alla nascita e nel 2014 aveva stabilito il diritto all’incesto.
Di Marco, parlando della famiglia nel diritto romano, ha portato alla luce come nella cultura della romanità fosse presente il concetto di “giusto” non come atto creativo, ma come atto legato a ciò che è dovuto in sé per cui la legge è intesa come la ragione suprema insita nella natura che permette di fare ciò che è giusto e impedisce ciò che è contrario al giusto.
Turco ha illustrato il pensiero di san Tommaso d’Aquino sulla naturalità della famiglia, sui suoi caratteri essenziali (matrimonialità, monogamicità e indissolubilità), sulla sua socialità e infine sulla sua politicità. Anche a proposito della famiglia, san Tommaso parte dall’ordine dell’essere, quindi passa alla finalità in esso contenuta, per giungere al bene e quindi al dovere.
Monsignor Schmitz ha trattato in modo egregio degli aspetti giuridici e canonistici del matrimonio, tornando a rivendicare, come scriveva Pio XII, la «superiorità della Chiesa sulla legislazione del matrimonio», contro l’assimilazione e uniformità al diritto civile, e contro l’obbligatorietà del matrimonio civile prima di quello religioso ancora vigente in alcuni Stati europei: la cerimonia civile non può anticipare quella religiosa e il potere secolare non può porre condizioni preliminari al matrimonio religioso.
Padre Ruiz Freites ha ampliato lo sguardo all’intero piano della salvezza, sostenendo che poiché Dio nell’Incarnazione ha sposato l’umanità, quanto è contro la salvezza di Dio sarà come un divorzio. Il peccato è sempre un divorzio: «Amate le vostre mogli come Cristo ha amato la Chiesa», come scriveva san Paolo e come anche insegna Giovanni Paolo II nel paragrafo 13 della Familiaris consortio. Ricordando che in principio non c’era il sacramento, Padre Ruiz ha sostenuto che, dopo la caduta, la coscienza ha come mantenuto una memoria della situazione primigenia a proposito del matrimonio, che il divorzio appunto rompe e degrada.
Stefano Fontana