La falsa misericordia
Chi non mi ama, non osserva le mie parole (Gv 14, 24)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate». (Gv 14, 23-29)
Il discepolo, se è veramente tale, cammina sulle orme del Maestro. Guai ai (sedicenti) cristiani che, ad esempio, cercano di essere più misericordiosi di Gesù. La misericordia è rivolta al peccatore per redimerlo se consapevolmente pentito, ma non giustifica il suo peccato. A sua volta, il discepolo deve ripetere ciò che ha rivelato Gesù, senza modificare il messaggio con giustificazioni di comportamenti che oggettivamente contrastano il vangelo.