La "faccia nera" di Dio: ecco la storia di padre Cyprian
Negli Stati Uniti i neri sono passati dal valere nulla al tempo della schiavitù all’avere tutto con Barack Obama presidente, ma una vera storia del cattolicesimo afro-americano non l’hanno mai avuta finché non ci è messo l’erudito monaco benedettino Cipriano. Ecco la storia di padre Cyprian Davis (1930-2015).
Negli Stati Uniti i neri sono passati dal valere nulla al tempo della schiavitù all’avere tutto con Barack Obama presidente, ma una vera storia del cattolicesimo afro-americano non l’hanno mai avuta finché non ci è messo l’erudito monaco benedettino Cipriano. Sembra un’aberrazione spazio-temporale da fantascienza e invece è la storia di padre Cyprian Davis (1930-2015). Nato a Washington il 9 settembre di 84 anni fa, i suoi genitori insegnanti (il padre nell’università) lo chiamarono Clarence John. Alla sua famiglia appartengono il primo generale afro-americano dell’Esercito degli Stati Uniti, Benjamin Oliver Davis (1877 o 1880-1970), e il primo dell’Aviazione militare, suo figlio, Benjamin Oliver Davis Jr. (1912-2002). Affascinato dallo studio della storia, grazie a esso s’innamorò della Chiesa cattolica e a 15 anni si fece battezzare.
Preso il diploma nel 1948 alla Dumbar High School, entrò nella Catholic University of America di Washington dove fece l’incontro decisivo. Aveva imparato ad amare il monachesimo su quei libri che divorava, ma lì incontrò un monaco vero, un benedettino dell’allora abbazia e dal 1954 arciabbazia di St. Meinrad, fondata il 21 marzo 1854 nella contea di Spencer, in Indiana, dai benedettini elvetici di Einsiedeln, Canton Schweyz. Il primo passo fu una visita a St. Meinrad, il secondo l’ingresso nel 1950 come novizio. Nel 1951 pronunciò i voti monastici semplici e nel 1954 quelli solenni; non fu il primo nero a entrarvi, ma fu il primo a rimanerci. Assunse il nome di Cyprian: come san Cipriano (210-258), il vescovo martire e Padre della Chiesa che nacque a Cartagine e che aveva la pelle scura come lui. Ottenuto il baccalaureato al St. Meinrad College nel 1952, entrò nel seminario dell’abbazia per essere ordinato sacerdote nel 1956. Nel 1957 conseguì la licenza in Sacra teologia nell’Università Cattolica di Washington, passò un anno a insegnare Storia al St. Meinrad e poi s’iscrisse nell’Università di Lovanio, in Belgio.
Alloggiando nell’abbazia di Mont César, oggi Keizersberg, nel 1963 prese la licenza in Scienze storiche e nel 1977 si addottorò con la tesi The Familia at Cluny, 900-1350. Professore di Storia al St. Meinrad dal 1963 (emerito dal 2012), archivista dell’arciabbazia, nei mesi estivi docente di Storia della Chiesa nera alla Xavier University of Louisiana di New Orleans, conferenziere negli anni 1990 in monasteri e trappe di Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Nigeria, Senegal e Togo, padre Cyprian, scomparso il 18 maggio, è un’autorità storiografica indiscussa. In lui la storia del cattolicesimo afro-americano (argomento più unico che raro nel panorama delle scienze storiche) è infatti lo sviluppo, colossale, della infaticabile opera di evangelizzazione delle culture che la Chiesa missionaria ha praticato sin dai primissimi secoli mentre al contempo lottava per la purezza dottrinale dalle eresie e dagli aspetti inaccettabili delle culture non cristiane. Senza le sue radici africane, la storia dei cristiani neri degli Stati Uniti sarebbe incomprensibile. Senza l’elemento di negritudine della Chiesa dei Padri, l’intera storia del cattolicesimo sarebbe monca.
La produzione scientifica di padre Cyprian è tutt’altro che sterminata: curatele di libri, voci di enciclopedia, qualche saggio su periodici specialistici, la biografia definitiva di madre Henriette De Lille (1813-1862), nera, che nella Louisiana antecedente la Guerra di secessione (1861-1865) fondò per le ex schiave le Suore della Sacra Famiglia di New Orleans e di cui nel 1988 si è aperta la causa di beatificazione, venendo dichiarata venerabile nel 2010. Tutto sembra piuttosto frutto di una decantazione paziente, un cesellare la pagina giorno dopo giorno nella più classica tradizione amanuense, una ruminazione continua alla ricerca del corretto ordinamento di fonti, documenti e dunque fatti. The History of Black Catholics in the United States (Crossroad, New York 1990), il suo capolavoro, è il culmine di una narrazione accresciutasi nei decenni fino all’approdo finale.
Perché i cattolici restano la cenerentola di quel mondo nero americano che a tutti i costi si vuole sempre e solo arrabbiato, rancoroso, rapper. Medioevista, della storia dei cattolici neri negli Stati Uniti padre Cyprian iniziò a occuparsi dopo il rientro dal Belgio; anni confusi, ideologici. La verità non la nascose mai né a sé né agli altri, ma tutto era filtrato dall’amore filiale per la Chiesa che a ogni suo rigo trasuda la stessa serenità e la medesima carità che promanava dal suo sguardo dolce. Nelle sue pagine c’è spazio per esercitare la virtù della purificazione della memoria, e spazio per la verità e per la speranza. Ne esce una cattolicità nordamericana che, non meno di quella sudamericana, è il prodotto di un meticciato culturale ed etnico di valore incalcolabile; una inculturazione grandiosa. Le missioni ai neri, agli indiani, ai mulatti diventano così i fari che illuminano l’intera storia nazionale. Davvero gli Stati Uniti sono un mix razziale che però è il contrario del melting pot omologante, il quale, fallendo, genera i razzismi al contrario del multiculturalismo. Anche se non se ne rendono conto, gli Stati Uniti si sono forgiarti un’identità nuova grazie al cattolicesimo che aggregando le culture le ha arricchite vicendevolmente. Una sensibilità non lontana da quella di mons. José H. Gómez, arcivescovo di Los Angeles, cultore di storia, autore d’Immigration and the Next America: Renewing the Soul of Our Nation (Our Sunday Visitor, Huntington [Indiana] 2013).
L’anno venturo ricorre il 240° anniversario della nascita degli Stati Uniti, e il Partito Repubblicano, percepito a torto o a ragione come il “partito dei bianchi” cercherà di conquistare la Casa Bianca. L’impagabile contributo offerto al Paese da padre Cyprian potrebbe rivelarsi più importante di qualsiasi celebrazione retorica o vittoria elettorale. «L’immagine di Dio in nero»: così chiama i cattolici afro-americani quell’“oscuro” monaco benedettino che per gli statunitensi di colore ha fatto ben più del loro primo presidente.