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USA

La DEI arretra

Negli USA sempre più aziende stanno voltando le spalle alla politica DEI, acronimo che sta per diversità, equità ed inclusione.

Gender Watch 15_04_2025

Donald Trump sta facendo una guerra all’acronimo DEI: diversità, equità, inclusione. Tre parole per indicare invece privilegio, disparità ed esclusione. La politica DEI riguarda molte aziende e ne beneficiano soprattutto le persone LGBT.

La Human Rights Campaign (HRC) è la più grande organizzazione al mondo per le rivendicazioni del mondo LGBT e sostiene la politica DEI. HRC pubblica regolarmente il  Corporate Equality Index, un report che attribuisce alle aziende un punteggio arcobaleno a seconda che sia filo-LGBT o anti-LGBT. Naturalmente le aziende fanno di tutto per aver un punteggio alto. E così, solo per esemplificare, si creano corsie privilegiate di progresso nella carriera per le persone LGBT, si è obbligati ad usare pronomi non consoni all’identità sessuale delle persone e adottare un linguaggio falsamente inclusivo e uomini transessuali possono recarsi nei bagni e negli spogliatoi femminili.

Ma, oltre a Trump, c’è un attivista anti-DEI che sta dando filo da torcere alla HRC, si chiama Robby Starbuck (nella foto), ricercatore ospite presso la Capital Markets Initiative della Heritage Foundation. Starbick ha dichiarato al The Daily Signal: «Siamo un movimento nuovo e dinamico che crede nell'offensiva e nell'uso del potere finanziario dei conservatori per porre fine al regno velenoso della wokeness».

Il suo attivismo ha modificato le politiche aziendali di Tractor Supply, John Deere, Harley-Davidson, Lowe's, Ford, Coors, Jack Daniel's, Boeing, Toyota, Walmart, McDonald's. Da ultima anche la Constellation Brands, che detiene i diritti di vendita negli Stati Uniti delle birre messicane Corona, Modelo e Pacifico.