La Croce che salva
«Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Gv 3,13-17
Gesù disse a Nicodemo «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Gv 3,13-17
In una piccola chiesa del Trecento, in città, si innalza un imponente crocifisso sullo sfondo di un presbiterio vuoto. Entrando, si può stare sotto la croce come Giovanni e le donne. Come Maria. Abbiamo mai guardato realmente, fino in fondo, la croce di Gesù, senza abbassare subito gli occhi? Abbiamo guardato chi ogni giorno abbraccia la croce insieme con Cristo? Solo con Lui si può salire sulla croce. La croce di Gesù ci parla della Misericordia di Dio, una Misericordia che si protrae per i secoli e non finirà mai. Di questa Misericordia abbiamo bisogno noi tutti, tu ed io, e per questo desidereremmo che tutto il mondo la incontrasse. Impariamo a stare sotto quella croce per incontrare poi Gesù nei sacramenti, e per riconoscere Gesù ancora crocifisso in tante parti del mondo, nel corpo dei cristiani perseguitati.