La crisi migratoria al centro del programma politico Ue
La Romania sta per assumere la presidenza dell’Ue, sostituendo l’Austria. L’auspicio è che sotto la sua presidenza l’Ue affronti con maggiore efficacia i problemi legati ai flussi migratori illegali
Il 1° gennaio 2019 la Romania assumerà per la prima volta la presidenza dell’Unione Europea, sostituendo l’Austria. Il 22 dicembre, in vista del passaggio delle consegne, i premier di Grecia, Bulgaria, Serbia e Romania si sono incontrati a Belgrado per affrontare alcuni temi prioritari, uno dei quali è stato la crisi migratoria. Il primo ministro greco Alexis Tsipras e quello bulgaro Bojko Borisov hanno entrambi auspicato che l’UE definisca con maggiore chiarezza le proprie politiche migratorie e le regole per l’attribuzione di asilo. Durante la conferenza stampa conclusiva del vertice quadri laterale il premier greco Tsipras ha detto tra l’altro a proposito della protezione internazionale: “sfortunatamente la presidenza austriaca dell’UE non ha spostato la questione in avanti. Durante la presidenza romena apriremo la strada alla risoluzione di questo problema perché non possiamo più sostenere principi come quello secondo cui il primo paese di accoglienza deve accollarsi tutto il peso dei flussi migratori”. Anche il premier bulgaro Borisov si è detto scontento di quanto si è fatto sotto la presidenza austriaca in materia di immigrazione e diritto di asilo: “durante la presidenza austriaca i progressi in questo senso non sono stati così significativi come speravo: contiamo sulla presidenza romena per fare di più, questo tema deve rimanere al centro dell'agenda dell'Ue” ha detto. La Bulgaria è uno dei paesi dell’UE che non hanno firmato il Patto globale per un’emigrazione sicura, disciplinata e regolare proposto dalle Nazioni Unite, sottoscritto da 164 stati il 10 dicembre e approvato dall’Assemblea generale Onu il 19 dicembre.