IL PAPA
La crisi della famiglia manifesta l'eclissi di Dio
La nuova evangelizzazione è inseparabile dalla famiglia cristiana. Lo ha detto il Papa ai membri del Pontificio Consiglio per la Famiglia.
Attualità
02_12_2011
Il 1° dicembre Benedetto XVI ha ricevuto in un'udienza conclusiva dei loro lavori i partecipanti alla XX Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che era iniziata il 29 novembre per celebrare il duplice trentesimo anniversario dell’Esortazione apostolica «Familiaris consortio» e dell’istituzione del Dicastero da parte del beato Giovanni Paolo II (1920-2005) con il Motu Proprio «Familia a Deo instituta».
Non a caso, ha detto il Papa, queste iniziative furono prese trent'anni fa dal beato Giovanni Paolo II, il Papa della nuova evangelizzazione. Infatti, «la nuova evangelizzazione dipende in gran parte dalla Chiesa domestica». Oggi, semmai, la situazione si è fatta più cupa. «Nel nostro tempo, come già in epoche passate, l’eclissi di Dio, la diffusione di ideologie contrarie alla famiglia e il degrado dell’etica sessuale appaiono collegati tra loro».
Ma «come sono in relazione l’eclissi di Dio e la crisi della famiglia, così la nuova evangelizzazione è inseparabile dalla famiglia cristiana. La famiglia è infatti la via della Chiesa perché è "spazio umano" dell’incontro con Cristo. I coniugi, "non solo ricevono l’amore di Cristo, diventando comunità salvata, ma sono anche chiamati a trasmettere ai fratelli il medesimo amore di Cristo, diventando comunità salvante" (Familiaris consortio, 49)».
Parole impegnative, queste del beato Giovanni Paolo II, ma che cosa significano esattamente? In che senso la famiglia salva? «La famiglia fondata sul sacramento del Matrimonio - ha risposto Benedetto XVI - è attuazione particolare della Chiesa, comunità salvata e salvante, evangelizzata ed evangelizzante. Come la Chiesa, essa è chiamata ad accogliere, irradiare e manifestare nel mondo l’amore e la presenza di Cristo». Scendendo più nel dettaglio, «l'accoglienza e la trasmissione dell’amore divino si attuano nella dedizione reciproca dei coniugi, nella procreazione generosa e responsabile, nella cura e nell’educazione dei figli, nel lavoro e nelle relazioni sociali, nell’attenzione ai bisognosi, nella partecipazione alle attività ecclesiali, nell’impegno civile».
Questo ruolo della famiglia cristiana, ha aggiunto il Pontefice, ha una vera e profonda dimensione teologica. «La famiglia cristiana, nella misura in cui, attraverso un cammino di conversione permanente sostenuto dalla grazia di Dio, riesce a vivere l’amore come comunione e servizio, come dono reciproco e apertura verso tutti, riflette nel mondo lo splendore di Cristo e la bellezza della Trinità divina. Sant’Agostino [354-430] ha una celebre frase: "immo vero vides Trinitatem, si caritatem vides", "Ebbene, sì, tu vedi la Trinità, se vedi la carità" (De Trinitate, VIII,8). E la famiglia è uno dei luoghi fondamentali in cui si vive e si educa all’amore, alla carità».
Il Papa ha pure ricordato come quest'anno ad Ancona, in occasione della chiusura del Congresso Eucaristico Nazionale italiano, egli abbia «voluto incontrare insieme i coniugi e i sacerdoti. Infatti, i due Sacramenti detti "del servizio della comunione" (CCC, n. 1534), Ordine Sacro e Matrimonio, vanno ricondotti all’unica sorgente eucaristica. "Entrambi questi stati di vita hanno, infatti, nell’amore di Cristo, che dona se stesso per la salvezza dell’umanità, la medesima radice; sono chiamati ad una missione comune: quella di testimoniare e rendere presente questo amore a servizio della comunità per l’edificazione del popolo di Dio. Questa prospettiva consente anzitutto di superare una visione riduttiva della famiglia, che la considera mera destinataria dell’azione pastorale. […] La famiglia è ricchezza per gli sposi, bene insostituibile per i figli, fondamento indispensabile della società, comunità vitale per il cammino della Chiesa" (Omelia ad Ancona, 11 settembre 2011). In virtù di ciò "la famiglia è luogo privilegiato di educazione umana e cristiana e rimane, per questa finalità, la migliore alleata del ministero sacerdotale. […] Nessuna vocazione è una questione privata, tanto meno quella al matrimonio, perché il suo orizzonte è la Chiesa intera" (ibid.)».
Ma, in pratica, come può la famiglia diventare protagonista della nuova evangelizzazione? Il Pontefice ha indicato alcuni specifici «ambiti in cui è particolarmente urgente il protagonismo delle famiglie cristiane in collaborazione con i sacerdoti e sotto la guida dei Vescovi: l’educazione di bambini, adolescenti e giovani all’amore, inteso come dono di sé e comunione; la preparazione dei fidanzati alla vita matrimoniale con un itinerario di fede; la formazione dei coniugi, specialmente delle coppie giovani; le esperienze associative con finalità caritative, educative e di impegno civile; la pastorale delle famiglie per le famiglie, rivolta all’intero arco della vita, valorizzando il tempo del lavoro e quello della festa».
Infine, Benedetto XVI ha invitato tutta la Chiesa a prepararsi fin da ora al VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno del 2012. «Sarà per me e per noi tutti una grande gioia - ha detto il Papa - ritrovarsi insieme, pregare e fare festa con le famiglie venute da tutto il mondo, accompagnate dai loro Pastori.». In previsione della grande affluenza Benedetto XVI ha invitato «le famiglie di Milano e della Lombardia ad aprire le porte delle loro case per accogliere i pellegrini che verranno da tutto il mondo. Nell’ospitalità sperimenteranno gioia ed entusiasmo: è bello fare conoscenza e amicizia, raccontarsi il vissuto di famiglia e l’esperienza di fede ad esso legata». Ma non sarà sufficiente una preparazione logistica. Occorre, ha detto il Papa, «un adeguato percorso di preparazione ecclesiale e culturale, perché l’evento riesca fruttuoso e coinvolga concretamente le comunità cristiane in tutto il mondo. Ringrazio quanti hanno già realizzato iniziative in tal senso e invito chi non lo ha ancora fatto ad approfittare dei prossimi mesi». È bello che Milano 2012 sia concepita e preparata come una grande festa. Ma è importante che non vada perduta l'occasione di ricordare con adeguati elementi culturali e dottrinali la centralità della famiglia a un mondo che sembra averla dimenticata.