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GUERRA IN EUROPA

La controffensiva ucraina di primavera non parte mai

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La tanto annunciata controffensiva di primavera degli ucraini continua a non partire. Si registrano solo azioni offensive locali, in vari settori del fronte. Si può pensare che la controffensiva ci sarà solo a parole. Se fosse solo per sostenere il morale e convincere gli occidentali a continuare a mandare aiuti?

Esteri 26_04_2023
Artiglieria ucraina in azione a Bakhmut

Difficile dire se e quando prenderà il via la “controffensiva di primavera” ucraina, senza dubbio la più annunciata della storia militare. Troppi i diversivi, i ritardi, le difficili condizioni ambientali (soprattutto il fango primaverile) le motivazioni reali o pretestuose che influenzano la diffusione di informazioni a tal proposito. Da mesi infatti della controffensiva delle truppe di Kiev che dovrebbe liberare territori ucraini sotto controllo russo (circa il 23-25% del territorio dell’Ucraina) riferiscono innumerevoli fonti militari e politiche con voci diverse circa gli obiettivi che gli ucraini punterebbero a conseguire con l’impiego di 9/12 brigate recentemente riequipaggiate con le nuove forniture occidentali.

Se nei mesi scorsi si riteneva che il contrattacco si sarebbe scatenato dalla regione di Zaporizhzhia diretto verso Mariupol, più recentemente altre valutazioni hanno espresso la priorità di un contrattacco nella regione di Donetsk tra Andiivka, Bakhmut e Siversk dove le difese ucraine stanno cedendo all’urto dell’offensiva russa iniziata a gennaio. Negli ultimi giorni infine, l’attenzione si è concentrata sul fronte meridionale dove gli ucraini sembra stiano cercando di attraversare il Dnepr e puntare sulla Crimea attraverso la regione di Kherson. La notizia è da confermare ed è stata smentita come “disinformazione” dalle autorità regionali filo-russe, mentre l’assenza di ponti agibili sul fiume in quel settore potrebbe lasciar intendere che si sia trattato di uno sbarco di forze leggere da imbarcazioni veloci che peraltro potrebbe interessare solo alcuni isolotti situati sul grande fiume. 

Più a est, sempre lungo il Dnepr, il 19 aprile fonti russe sul campo avevano reso noto l’avvio di un pesante bombardamento di artiglieria ucraina su Nova Kakhovka, città strategica che affaccia sul fiume mentre anche il bombardamento delle linee russe nella regione di Zaporizhzhia si è intensificato. Qui i russi, dopo l’avanzata effettuata nei primi due mesi dell’anno, hanno rafforzato le difese proprio in previsione di un massiccio contrattacco ucraino. Non è ancora chiaro se le operazioni in atto siano solo una sorta di preparazione per l'annunciata controffensiva ucraina ma, come ha affermato il leader filorusso della regione di Kherson, Vladimir Rogov, "le forze di Kiev continuano a dislocare truppe e veicoli corazzati ai confini della regione di Zaporizhzhia".

Il capo dell’intelligence militare ucraino, generale Kyrylo Budanov, ha reso noto che "la preparazione della controffensiva e della liberazione della Crimea procedono secondo i piani" aggiungendo di non voler fornire ulteriori particolari ma aggiungendo che sarà una "battaglia epocale nella storia moderna dell'Ucraina" che vedrà l’Ucraina "recuperare aree significative". Per il vice ministro della Difesa ucraino, Hanna Malyar "alcune azioni sono già in corso", ma non si vede nulla al di là delle dichiarazioni che hanno lo scopo di confondere il nemico, motivare gli alleati occidentali affinché continuino a fornire armi e munizioni e infondere fiducia a un fronte interno in cui i reclutamenti di massa incontrano un sempre più evidente malcontento popolare.

L’impressione infatti è che gli ucraini abbiano bisogno di alimentare la narrazione di una grande controffensiva per sostenere il morale di truppe e popolazione, ma anche per non rischiare che l’Occidente limiti gli aiuti militari nella convinzione che la vittoria non sia più raggiungibile. Non si può escludere che i limitati contrattacchi lanciati senza successo negli ultimi giorni in alcuni settori del fronte e soprattutto nel Donbass perseguissero soprattutto obiettivi psicologici, tenuto conto che le riserve ucraine sono per lo più composte da reclute poco addestrate meglio impiegabili per presidiare linee difensive che per attuare complesse manovre offensive.

Fonti ufficiali ucraine hanno già posticipato all’estate la controffensiva "di primavera” anche se è chiaro che ogni dichiarazione in proposito potrebbe perseguire l’obiettivo di ingannare il nemico. Le ragioni del ritardo sono però tutte credibili: in sostanza truppe poco addestrate e armi e munizioni insufficienti. "Siamo grati ai nostri alleati per il loro aiuto militare. Ma non è abbastanza. L'Ucraina ha bisogno di 10 volte di più per porre fine all'aggressione russa quest'anno. Pertanto invitiamo i nostri partner a superare tutte le linee rosse artificiali e a destinare l'1% del loro Pil per le armi all'Ucraina” ha scritto il 22 aprile su Twitter il viceministro degli Esteri ucraino Andrij Melnyk. Aspirazioni forse velleitarie e pretese eccessive che cozzano contro la realtà di un Occidente e soprattutto di un’Europa che stanno esaurendo le risorse militari trasferibili all’Ucraina senza disarmare le proprie forze armate. Finché il conflitto continua ad avere un’alta intensità è impossibile anche ritenere che la produzione industriale bellica occidentale possa sostenere a lungo le forze di Kiev considerato che il consumo di munizioni di artiglieria è pari a due/tre volte la capacità produttiva annua di tutte le nazioni della NATO messe assieme.

Yevgeny Prigozhin, alla testa della compagnia militare privata russa Wagner che sta conducendo con successo la conquista di alcune aree strategiche del Donbass, si è detto convinto invece che il giorno in cui le forze russe avranno preso il controllo dell'intera città di Bakhmut, "comincerà la controffensiva ucraina. Il nostro compito è macellare l'esercito ucraino, non dare loro l'opportunità di riunirsi per una controffensiva. In questo senso stiamo ottenendo successo ma non appena avremo finito di occuparci di Bakhmut, non appena cacceremo l'ultimo soldato dalla città o lo annienteremo nella città, quel giorno inizierà la controffensiva ucraina".

Secondo il capo della Wagner, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha bisogno della "più grande vittoria". Quanto ai motivi per i quali la controffensiva ucraina non è ancora cominciata, Prigozhin cita il fango e la volontà di Zelensky di concentrarsi sulla resistenza a Bakhmut almeno fino al 9 maggio per "rovinare la festa" ai russi nell'anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale.