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#SALVIAMOLECHIESE/SAN FRANCESCO DELLE MONACHE

La chiesa dove si pratica la magia per sostenere i preti

Tarocchi, psicomaghi, concerti, spettacoli, convegni e convention di partito, a San Francesco delle Monache, sono possibili grazie a una regolare convenzione stipulata tra l'Arcidiocesi di Napoli e l'associazione Il Canto di Virgilio. E il ricavato dell'affitto va all'istituto diocesano per il sostentamento del clero. 

Ecclesia 27_02_2019

Il 9 dicembre del 2010 la cronaca annunciava la riconsacrazione e riapertura al culto della Chiesa di San Francesco delle Monache, nel centro storico napoletano. Dopo circa settanta anni, infatti, il cardinale Sepe restituiva ai fedeli una chiesa che è sempre stata, contemporaneamente, un gioiellino architettonico e lo scrigno di una storia antica quanto preziosa, soprattutto legata al culto cattolico.  Chiusa dopo i bombardamenti del '43, è una delle più antiche del capoluogo partenopeo, risale al 1325, ma non è per questo che periodicamente finisce sulla stampa. 

L'ex dimora delle monache di Santa Chiara da diversi anni è teatro, come tante altre chiese, dello strano legame che va diffondendosi e tiene insieme luoghi sacri e riti pagani, a volte persino sacrileghi. 

Nata come domus eleemosynariae per accogliere monache senza clausura che dispensavano le regie elemosine, la chiesa è diventata in tempi recenti sede dell'associazione 'Il Canto di Virgilio' che, dal settembre 2011 gode della titolarità esclusiva del complesso.  L'associazione fa allora nascere il Centro di Cultura "Domus Ars", secondo quanto sostengono gli stessi promotori dell'iniziativa, ed è nel luogo sacro che è stato realizzato un "centro di cultura  permanente con  l’intento  di  essere  un’oasi  di benessere culturale: un luogo dove la cultura possa esprimersi in tutte le sue forme ed essere sperimentata attraverso qualsiasi espressione artistica". 

Tra i vari, c'è un evento in particolare ad aver attirato la nostra attenzione: un 'workshop' con Alejandro Jodorowsky. È stato così portato, sempre nella chiesa di San Francesco delle Monache, e più volte nel corso degli anni, un personaggio che forse a tanti non dirà niente, ma che in realtà è molto più che noto. Un anziano signore che nella vita è stato ed è tante cose: scrittore, drammaturgo, regista, poeta, ma soprattutto uno psicanalista, un "surrealista provocatorio" che nelle sue opere e conferenze pubbliche gronda orrori e magia. Si definisce uno "psicomago". E si sprecano le terapie di gruppo e i contatti fisici al fine di "guarire" al quale da sempre si dedica. Nel 2005 Jodorowsky ha anche celebrato il matrimonio tra la rockstar Marilyn Manson, suo caro amico, e Dita von Teese, "regina del soft-porno fetish". Nel 2006 XL, magazine mensile de la Repubblica, ospita una sua rubrica, 'La Psicoposta'. 

Ma saranno stati solo dei bacchettoni i cattolici che si sono lamentati della presenza di un personaggio dal cotanto curriculum convocato in una chiesa a leggere i tarocchi e praticare psicomagia. La prima volta era successo nel 2013 - e in quell'occasione fu scattata una foto che ha fatto scalpore e nella quale si vede il maestro che, alla fine dello spettacolo, sorride mentre una ragazza lo abbraccia offrendo all’obiettivo del fotografo il suo seno nudo -, la seconda volta nel 2016, la terza volta nel 2017.

Tarocchi, psicomaghi, concerti, spettacoli, convegni e convention di partito, a San Francesco delle Monache, sono possibili grazie a una regolare convenzione stipulata tra l'Arcidiocesi di Napoli e l'associazione il Canto di Virgilio. Il contratto di locazione della chiesa è stato, infatti, stipulato tra l'istituto diocesano per il sostentamento del clero - arcidiocesi di Napoli - e l'associazione il Canto di Virgilio. Nel documento si esplica che la parte locatrice concede il compendio immobiliare per destinarlo ad attività culturali. "Tale utilizzo - si legge - in ogni caso dovrà essere compatibile e dovrà coordinarsi a pena risoluzione contratto con le esigenze di culto [...]. La parte conduttrice nel prendere atto che per il complesso chiesastico vige la deputatio ad cultum, si obbliga a conservare la destinazione cultuale e a permettere l'officiatura liturgica secondo le disposizioni dell'Ordinario diocesano. In caso di inottemperanza di detta disposizione, il contratto si intenderà risoluto ispo iure e la parte locatrice potrà richiedere l'immediata restituzione dello stesso". 

Non sappiamo chi sia incaricato di sovrintendere alla compatibilità tra tarocchi e chiesa, sappiamo però, che, allo stato delle cose, nello stesso luogo in cui si celebra messa, o si dovrebbe celebrare, si pratica magia. 

Dal contratto di locazione apprendiamo poi che l’associazione dal 2013 corrisponde un regolare canone di affitto all’Istituto diocesano per il sostentamento del clero di Napoli, (dapprima 500 euro mensili che sono diventati 1.500 nel 2015) e lo stesso scadrà il 28 febbraio 2019, con rinnovo tacito. 

Recentemente va sempre più diffondendosi il fenomeno di luoghi di culto trasformati in salotti per cerimonie, banchetti, concerti non sacri, mostre. E se da un lato l'utilizzo delle chiese, specie se monumentali ha sempre posto una questione di rispetto e tutela del delicato equilibrio di gestione, pare che oggi il problema del rispetto della religiosità non venga, invece, più a porsi. Un luogo di culto non può mai snaturarsi, neanche quando certe iniziative servono a reperire fondi da destinare al tempio sacro. Eppure il fenomeno inverso sta diventando la norma nel capoluogo campano, ma non solo.

Quando il cardinale Gianfranco Ravasi è venuto a Napoli per occuparsi della vicenda delle Catacombe della Sanità, ha affrontato anche questo discorso sostenendo, «dobbiamo acquisire una maggiore consapevolezza del valore storico-artistico e simbolico dell’edificio sacro e delle opere d’arte in esso conservate». E poi sul punto che una chiesa non dovrebbe mai perdere la sacralità, «e invece mi è capitato di entrare in chiese riadattate a salotti o trasformate in saloni da pranzo». A nessuno fischiano le orecchie?