La chiesa del "Quo vadis" dove Pietro abbracciò il martirio
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Il rettore della chiesetta sull'Appia antica parla dell'incontro tra il principe degli apostoli che sta lasciando Roma e Gesù che vi torna per farsi crocifiggere di nuovo...
Roma ha tanti luoghi di fede quasi nascosti, eppure tutti importanti. Sembrano far parte di una sorta di grande puzzle: ogni tassello contribuisce al grande “affresco” del cristianesimo e della storia della Città Eterna. Roma non è solo il sito delle grandi basiliche. Non è soltanto il luogo delle grandi chiese dalle alte colonne e dagli immensi altari di marmo. Roma è anche la città di quelle piccole chiese che hanno fatto grande, immensa, la storia di Santa Romana Chiesa: piccoli gioielli dietro i quali si nascondono storie importanti. Roma è la sede di san Pietro, il fulcro della Chiesa universale, ma è anche la Roma dell’apostolo delle genti, san Paolo. Nella chiesetta di Santa Maria delle Piante – meglio conosciuta con il nome Domine Quo Vadis? – sembrano confluire le affascinanti vicende dei due santi patroni di Roma. Per poterle approfondire, La Nuova Bussola Quotidiana, ha incontrato padre Piotr Marcin Burek rettore di questa piccola chiesa romana. Padre Burek è stato anche rettore del Pontificio Santuario Madonna ad Rupes di Castel Sant’Elia, località vicino Roma, e ora ricopre il ruolo di Postulatore Generale della Congregazione di San Michele Arcangelo.
Padre Burek, prima di tutto, cominciamo proprio dai nomi di questa chiesa. Da dove nascono?
La chiesa reca due nomi. Il primo, meno conosciuto, è quello di Santa Maria delle Piante o in Palmis: nasce dal bellissimo affresco, posto nell’abisde, risalente alla seconda metà del ‘400. L’affresco è antecedente alla struttura che noi oggi vediamo, databile al 1637. Rappresenta Maria con in braccio Gesù Bambino. Con la mano destra tocca il piccolo piede di Gesù, quasi ad indicare che proprio in questo luogo santo dove ci troviamo i piedi del Figlio hanno appoggiato la loro pianta. Ma ha anche un altro significato: è Maria che ci invita a seguire le orme del suo Figlio, ci esorta a fare ciò che Gesù ci dice, così come Lei stessa ha fatto.
Invece l’altro nome, Domine quo vadis, da dove nasce?
Questo è l’altro titolo della chiesa: sicuramente a tutti il più noto. Il nome Domine quo vadis riconduce la memoria di ognuno alla testimonianza orale secondo cui l’apostolo Pietro, fuggendo da Roma per evitare il martirio, incontra Gesù al quale rivolge la famosa domanda «Domine, quo vadis?» (Signore, dove vai?). Il Signore risponde: «Venio Romam iterum crucifigi» (Vengo a Roma a farmi crocifiggere di nuovo). Ma è importante precisare un dato che forse molti ignorano. Di solito, si parla di un Pietro che fugge da Roma. Ma non è così. Non è giusta questa lettura. Dobbiamo piuttosto rifarci per questo episodio alle memorie contenute negli Atti di Pietro (apocrifi), alle lettere di sant’Ambrogio: in questo caso ci viene detto che la stessa comunità cristiana aveva quasi “costretto” Pietro ad andare via per non essere oggetto delle persecuzioni di Nerone. È bella questa lettura perché ci parla di una comunità che ama il suo “capo” e che vuole salvarlo! Non ci presenta un san Pietro che fugge, bensì un san Pietro che ascolta la propria comunità! Io lo trovo bellissimo!
E in questo cammino, san Pietro incontra Cristo proprio nel punto dove sorge la chiesa.
Precisamente: la chiesa testimonia questo importante incontro! Alla risposta di Cristo, Pietro comprende che sta parlando di lui. In quelle parole, «Vengo a Roma a farmi crocifiggere di nuovo», san Pietro comprende che è lui stesso che deve ritornare a Roma, visto che il Gesù che gli si presenta è un Cristo risorto. Era impossibile, dunque, una nuova crocifissione, ovviamente! Nella nostra chiesa è custodita una copia della reliquia della pietra dove sono visibili le orme di Cristo. La reliquia originale è custodita nella basilica di San Sebastiano fuori le mura, sempre a Roma.
La chiesa inoltre sorge su un punto di Roma molto significativo per il Cristianesimo: a pochi passi troviamo le catacombe di San Callisto e poi la basilica di San Sebastiano. Sono tutti luoghi che fanno riferimento alla testimonianza del martirio dei primi cristiani.
La chiesa si trova sull’Appia Antica, via importante per l’antica Roma imperiale. San Paolo su questa via ha incontrato la sua comunità che lo ha incoraggiato a proseguire il cammino verso la Città Eterna dove avrebbe poi incontrato il martirio. Una comunità che gli sta accanto, che lo incoraggia, che lo sostiene: è bellissima questa immagine che ci viene donata! Troviamo ancora una volta al centro della storia del Cristianesimo la parola comunità! Nella vicina porta di San Sebastiano, sorge una fontana: in questa, vi sono rappresentati i volti di san Pietro e di san Paolo, i due patroni di Roma, proprio a sottolineare questa particolare “congiunzione” dei due santi che è avvenuta in questo luogo. È una “congiunzione” che passa per il martirio. Inoltre, la chiesa del Domine quo vadis si trova ad un incrocio stradale: immagine che ricorda l’incrocio del discernimento per ogni cristiano. Come cristiani molte volte viviamo nel nostro cammino momenti in cui non sappiamo dove andare, cosa fare, quale strada percorrere. Anche i santi Pietro e Paolo hanno vissuto questi momenti. Come ieri, anche oggi, l’unica risposta rimane Cristo perché è Lui la Via, la Verità e la Vita!
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