La Chiesa del dialogo umilia Burke: Messa a porte chiuse
Ecco la Chiesa dei ponti e della misericordia, aperta e in uscita. Il cardinale Burke è costretto ad annullare una Messa a Ostuni: il parroco aveva imposto la celebrazione a porte chiuse perché il suo arrivo nel brindisino non è piaciuto ai piani alti della diocesi. I giornali lo hanno attaccato come nemico del Papa. Il vescovo però, domani incontra i valdesi in chiesa per parlare di immigrazione.
Eccola la Chiesa della misericordia, la Chiesa dei porti aperti e la Chiesa in uscita. Così aperta, misericordiosa e in uscita che ai cardinali scomodi sono riservate Messe clandestine. Accade a Ostuni, in Puglia così come accade in Cina, il Paese dove secondo il cancelliere vaticano, Sorondo, si applica la Dottrina sociale della Chiesa.
È un segnale inquietante quello che ci offrono le cronache brindisine di queste ore e che riguarda il cardinal Leo Burke, che è stato gentilmente messo alla porta con quel fare così sordido e umiliante di cui solo il clericalismo dominante è capace.
«Il cardinale conservatore non è gradito dai sacerdoti», titolava ieri il Quotidiano di Puglia. Catenaccio: Annullata la messa fissata in Cattedrale dell’alto prelato americano. I parroci avrebbero espresso imbarazzo dopo la posizione contro Papa Francesco.
Per inciso: quale sarebbe la posizione contro Papa Francesco espressa da Burke? Ormai non sa più come dirlo neanche lui, tra la commozione e il tremore, che tutto quello che fa, dice e offre per la Chiesa è proprio in ossequio e rispetto prima di tutto al Papa, perché la verità comporta anche il dire le cose chiaramente. Ma per certi scrivani di provincia, imbeccati a scrivere castronerie da solerti preti del dialogo, questi concetti sono arabo.
Dunque, che cosa c’è di vero nella tesi dell’articolo? Molto, ma non tutto. Alcune informazioni non sono state dette, forse perché il giornalista si è affidato soltanto ad un’unica fonte, sicuramente di curia, che lo ha “armato”. Sicuramente è vero che Burke non era gradito in diocesi di Brindisi, precisamente ad Ostuni dove ieri avrebbe dovuto celebrare una Messa in forma straordinaria nella concattedrale cittadina. Ma non da tutto il consiglio presbiterale, bensì a quei, al massimo due o tre, sacerdoti che sono sempre in grado, partendo da una posizione di minoranza, di accendere il cerino e far divampare l’incendio.
E sicuramente è vero il fatto che qualche prete è intervenuto per stoppare quella celebrazione.
Ma quello che i giornali locali non hanno scritto è che la decisione di sospendere la Messa, non di annullarla, è partita proprio dallo stesso Burke. Come ha potuto ricostruire la Nuova BQ da fonti molto vicine al cardinale statunitense. È stato Burke che ha deciso di cancellare quell’incontro nella Città bianca del Salento organizzato su invito di alcuni imprenditori locali. Il motivo? Il parroco del Duomo, dopo aver concesso l’uso della chiesa, ha comunicato la condizione sine qua non di far svolgere la Messa in latino al cardinale in forma privata. Significa che avrebbero potuto partecipare soltanto gli organizzatori. Vale a dire una Messa a porte chiuse. O se volete una Messa clandestina. A quel punto Burke si è chiamato fuori.
Nel concitato sottobosco di telefonate e movimenti curiali infatti, si è scatenato il panico quando si è saputo dell’arrivo di Burke e che il porporato avrebbe per di più celebrato Messa in forma straordinaria. La “temutissima” e “pericolosa” Messa in latino, la stessa che il vescovo locale Domenico Caliandro ha in grande fastidio, opponendosi con tutte le forze alla Tradizione e ai movimenti locali che vorrebbero celebrare la Messa secondo il motu proprio Summorum Pontificum. Così il parroco ha opposto il suo veto, certo della benedizione dagli uffici del palazzo episcopale. Veto che però Burke, il quale non è affetto né da lebbra né da Coronavirus ha deciso di non accettare.
Negli uffici della Curia si è tentato di giustificare il tentativo di stop con la mancata richiesta ufficiale al vescovo del cosiddetto nihil obstat. Quando un vescovo arriva in una Diocesi, è consuetudine non vincolante che alla segreteria dell’Ordinario arrivi una richiesta o una comunicazione dell’arrivo del prelato. Questo non è avvenuto e la cosa, da imputare all’inesperienza di cose “clericali” degli organizzatori, ma superabile con un po’ di buona volontà, è diventata il chiavistello per architettare il blocco al cardinale. Va anche detto però che questo non vale per i cardinali i quali sono completamente esenti da questa norma, anche se sarebbe comunque sempre buona prassi tra fratelli nell'episcopati parlarsi.
Ma di fronte al blocco, Burke ha saputo rispondere scuotendo evangelicamente la polvere dai calzari. Per non continuare ad alimentare polemiche in un luogo dove non era gradito, visto il trattamento che gli sarebbe stato riservato. Non avrebbe mai immaginato che il giorno dopo il giornali avrebbero dipinto il suo rifiuto come una vittoria dei preti che lo hanno di fatto stoppato.
L’episodio getta una luce sinistra su un modo sempre più politico di gestire le cose di Chiesa. Il cardinale Leo Burke non è impedito canonicamente, gira il mondo per conferenze, momenti di spiritualità, celebra Messe, fa attività pastorali, guida momenti di preghiera tra gli Stati Uniti, dove è stato recentemente per la March for Life, e l’Italia. È stato anche ospite recentemente proprio della giornata della Nuova BQ. Ma l’idea che un prete, supportato certamente da un vescovo, possa chiudergli le porte, è indice di quanto grave sia diventata la situazione non solo della Chiesa, ma anche la libertà limitata alla quale sono ormai sottoposti quegli uomini di Chiesa che il mainstream non gradisce perché considerati nemici. E’ questa la comunione che si vuole imporre a forza di dialogo? Sono questi i pastori con l'odore delle pecore e il coltello tra i denti?
Nel frattempo però, il vescovo di Brindisi-Ostuni domani aprirà le porte della chiesa di San Luigi Gonzaga ai Valdesi per parlare di immigrazione. Evento pubblico ovviamente, e caldamente consigliato a tutti i fedeli.