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ITINERARI DI FEDE

La chiesa dei martiri con gli affreschi giotteschi

La chiesa dedicata ai martiri Vittore e Corona, a Feltre, sorge sopra un contrafforte del Monte Miesna. Fu voluta da Giovanni da Vidor, militare di Enrico IV di Franconia, al ritorno dalla prima crociata nel 1096. Tra gli affreschi di scuola giottesca, un Giudizio Universale, una Madonna della Misericordia e l’Ultima Cena. 

Cultura 30_07_2016
L'interno della chiesa di Vittore e Corona a Feltre

Vittore era un soldato che, per difendere la sua fede cristiana, subì il martirio in Siria all’epoca delle  persecuzioni di Marco Aurelio. Corona, giovane moglie di un suo commilitone, andò incontro alla stessa sorte per averlo sostenuto durante il supplizio. I due martiri sono protettori della Diocesi di Feltre. A loro è intitolato il bellissimo santuario della città veneta che ne custodisce le preziose reliquie. 

L’edificio, sopra un contrafforte roccioso del Monte Miesna, fu voluto da Giovanni da Vidor, uomo d’armi al servizio di Enrico IV di Franconia, al ritorno dalla prima crociata nel 1096, che volle così esaudire un voto da lui pronunciato. Il cantiere durò solo una manciata di anni dal momento che la chiesa fu solennemente consacrata dal vescovo Arpone nel 1101. Nel 1495 le fu affiancato un monastero inizialmente affidato alla congregazione eremitica fiesolana e, in seguito, ad altri ordini religiosi. L’intero complesso fu poi proclamato monumento nazionale.

Come lungo un simbolico percorso di ascensione occorre risalire ben tre scalinate per accedere al santuario, accolti, al livello del gradino più basso, dai simulacri dei due santi. La facciata, alta e stretta, che richiama nella forma il westwerk ovvero la torre tipica delle chiese nordiche medievali di area germanica, presenta disegni affrescati a chiaroscuro nella parte superiore e un bel portale con lunetta al centro della zona inferiore.

La planimetria è a croce greca inscritta, con quattro robusti pilastri centrali. Le superfici interne sono rivestite da bellissimi affreschi risalenti a quattro interventi decorativi susseguitisi nel tempo. Il san Pietro che compare sulla lesena dell’abside è l’immagine più antica, probabilmente realizzata ai tempi della costruzione. Nel secondo decennio del XIV secolo un seguace, forse uno stretto collaboratore, di Giotto realizzò i dipinti dei lunettoni della campata sopra l’altare maggiore raffigurando un Giudizio Universale molto simile, benché semplificato, a quello della Cappella degli Scrovegni di Padova, una Madonna della Misericordia e un Ultima Cena. 

Poco più tardi un'altra mano raccontò, sulle pareti della navata settentrionale, la storia della passione di Vittore e Corona distribuendola lungo diciassette scene. Infine, la visita di Carlo IV di Boemia nel 1354 fu l’occasione per il cosiddetto Maestro di Feltre per dipingere i quattro Padri della Chiesa. Cuore del santuario è il martyrium che a Feltre corrisponde alla zona presbiteriale al centro della quale è posizionata l’arca con le reliquie dei santi martiri e patroni. 

L’ambiente è uno spazio quadrato voltato a crociera, caratterizzato dalla presenza, nel livello superiore, a circa tre metri dal pavimento, di un loggiato scandito da colonne in marmo greco che crea un deambulatorio percorribile, una volta accessibile anche dall’esterno della chiesa.  Nella navata sinistra, infine, è collocato il sacrario, avente un tempo la funzione di contenere gli oli santi. In stile veneziano tardogotico, risale al 1480. Le immagini scolpite rappresentano la Storia della Salvezza: dall’Annuncio a Maria a Cristo nel sepolcro che, nonostante la vigilanza dei soldati, qui rappresentati addormentati, risorgerà.