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La cattedrale di Novara eretta coi fondi dell'impero

Fu il successore di Ambrogio, Simpliciano, a consacrare Gaudenzio vescovo di Novara nel 398 e fu durante l’episcopato di quest’ultimo che vennero eretti, con fondi imperiali, la Cattedrale, il Battistero e il Palazzo Vescovile.  Di questo primitivo complesso solo parte del battistero è sopravvissuta fino ai nostri giorni.

Cultura 26_11_2016

Fu il successore di Ambrogio, Simpliciano, a consacrare Gaudenzio vescovo di Novara nel 398 e fu durante l’episcopato di quest’ultimo che vennero eretti, con fondi imperiali, la Cattedrale, il Battistero e il Palazzo Vescovile.  Di questo primitivo complesso solo parte del battistero è sopravvissuta fino ai nostri giorni. La basilica urbana venne, infatti, in più occasioni, completamente trasformata. L’aumento della popolazione comportò già nel XII secolo un primo rifacimento del duomo paleocristiano, ampliato e consacrato nel 1132 da Papa Innocenzo II. A quest’epoca, probabilmente, risale il rivestimento musivo del presbiterio, restaurato e integrato nell’Ottocento, di cui si conserva un riquadro originario con le figure di Adamo ed Eva immortalate, bianche su fondo scuro, ai lati dell’albero della tentazione. 

Tra il Quattro e il Cinquecento vennero aperte, lungo le navate laterali, cappelle che si arricchirono di preziosi manufatti artistici. Sempre nel Cinquecento fu demolita, e sostituita, la vecchia abside mentre nel corso del Settecento tutto lo spazio venne rivisitato in stile barocco. Dal progetto di rifacimento del primitivo quadriportico antistante la chiesa nacque l’idea di ricostruire ex novo l’intero edificio, compito affidato all’architetto Alessandro Antonelli che tra gli anni Cinquanta e Sessanta del XIX secolo diede inizio ai lavori. Dall’imponente cantiere nacque l’odierno tempio neoclassico, delimitato da un colonnato di granito bianco di Montorfano che consente l’accesso al sagrato e collega la cattedrale all’antico battistero. 

E’ questo il più antico monumento cristiano di Novara, a pianta centrale, lungo il cui perimetro a otto lati si alternano absidiole rettangolari e semicircolari, separate da colonne di marmo sormontate da capitelli corinzi. Al centro è ancora visibile l’impianto in mattoni della vasca battesimale e se l’alzato risulta essere paleocristiano fino alle finestre ad arco acuto, la cupola è senz’altro più tarda, romanica, come lo sono anche gli affreschi del tiburio e della volta. Di tutto il ciclo, attribuito ad un ignoto pittore attivo nell’XI secolo, sono ancora leggibili le otto scene tratte dall’Apocalisse di Giovanni, in ciascuna delle quali, dopo la prima con l’Angelo di fronte all’altare degli incensi, è rappresentato lo squillo di tromba connesso con l’apertura di ciascuno dei sette sigilli del libro tenuto dall’Agnello. Il sesto squillo con i quattro angeli della distruzione non è più visibile perché coperto, nel Quattrocento, da un Giudizio Universale con un Cristo in Maestà e gli apostoli che reggono il cartiglio del Credo. L’ultimo episodio, il settimo sigillo, rappresenta una donna, con le effigi di Maria, e un drago rosso, simboli della vittoria della Chiesa sul male. 

Anche all’interno della chiesa, cui si accede attraverso il pronao costituito da imponenti colonne scanalate, sormontate da un timpano triangolare, si conservano pregevoli opere d’arte: la serie degli arazzi fiamminghi, intessuti intorno al 1565, che raccontano lungo la navata centrale la vita di Salomone, la tela di Carlo Francesco Nuvolone con l’Adorazione dei Magi nella Cappella di San Giuseppe, il bellissimo Matrimonio mistico di Santa Caterina di Gaudenzio Ferrari. L’antica cappella vescovile, trasformata in sacrestia nel XVII secolo, è un’unica navata con cupola ribassata su cui è dipinto un Cristo Pantocratore seduto su un arcobaleno sorretto da angeli, mentre sulle pareti si dipanano gli episodi della vita di San Siro. Gli affreschi, attribuiti ad un generico Maestro di San Siro, sono stati datati all’XI secolo.

La Cattedrale di Novara fin dalle sue origini è stata intitolata a Maria e, specificatamente, alla Vergine Assunta.