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La cattedrale di Bitonto

La cattedrale di Bitonto, la cui origine si perde nel tempo (se ne ha notizia per la prima volta nell'XI Secolo) è uno degli esempi meglio conservati di romanico pugliese, copia, in miniatura, della cattedrale di San Nicola di Bari.

Cultura 24_05_2014
Cattedrale di Bitonto

La stratificazione pavimentale di un edificio svela, spesso, la sua età indicandone le diverse fasi di vita. A Bitonto i riquadri frammentari di un tappeto musivo policromo, in prossimità della zona presbiteriale del Duomo, rimandano all’epoca paleocristiana, avvalorando una tradizione orale che vorrebbe fare risalire la diocesi locale già al V o al VI secolo. Ufficialmente si ha testimonianza della sua esistenza dal 1089, sotto la guida del vescovo Arnolfo. All’XI secolo appartiene, infatti, il grifone alato mosaicato, oggi protetto da una lastra di vetro, visibile sul lato occidentale. Non è chiara la funzione dell’ambiente ipogeo quadrangolare, dalle spesse mura, dove ancora si trova; forse un portico o una torre o una cappella di pertinenza della chiesa. Probabilmente fu allora che si decise di erigere un imponente duomo in sostituzione dell’antico e vetusto tempio. Per certo si sa che la cattedrale odierna fu costruita tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, in epoca federiciana.  La famiglia sveva compare, infatti, ritratta nei rilievi della scala del bellissimo ambone, firmato dal magister Nicolaus nel 1229, che realizzò anche la decorazione marmorea del lettorino, con preziosi intagli e trafori  e una grande aquila sorretta da una cariatide umana.

Nel complesso la cattedrale bitontina è uno degli esempi meglio conservati di romanico pugliese, copia, in miniatura, della cattedrale di San Nicola di Bari. La facciata è tripartita da lesene che lasciano intendere la suddivisione in corrispettive navate all’interno. Un ampio rosone, suddiviso in sedici bracci e inquadrato da un’edicola poggiante su leoni stilofori,  sormonta quattro bifore e tre portali di cui quello centrale è riccamente scolpito. Nel suo archivolto si narrano scene della Vita di Gesù dall’Annunciazione all’Anastasis della lunetta, sopra cui un pellicano simboleggia l’Eucarestia. Degno di nota è anche il prospetto meridionale, aperto in sei grandi arcate, sormontate ciascuna da un esaforato: i suoi capitelli sono popolati da qualsivoglia animale il cui significato è da ricercare nei bestiari medievali.

All’interno i restauri ottocenteschi hanno riportato lo spazio all’aspetto originario, eliminando stucchi e decori barocchi sovrapposti nel XVIII secolo. Capriate lignee ricoprono la navata centrale e il transetto, mentre le navate laterali, sopra cui si aprono i matronei, sono protette da volte a vela. Un capitello delle colonne di sinistra riporta il celebre episodio del Volo di Alessandro Magno, personaggio molto amato nel Medio Evo, che vide fallire il proprio desiderio di conoscenza per il mancato riconoscimento degli imprescindibili limiti umani.

La cripta, infine, ad oratorio e triabsidata, si presenta come una selva di trenta colonne  che, a differenza di quanto accade altrove, a Bitonto non assolve la funzione originaria di custodia di sante reliquie.