La cappella della Porziuncola
La Porziuncola è uno dei luoghi più sacri del francescanesimo. "Va' e ripara la mia chiesa" gli era stato detto mentre pregava. Così Francesco ristrutturò la Porziuncola, chiesetta dedicata a Santa Maria degli Angeli.
Il nome significa “piccola porzione, particella”. La Porziuncola è, di fatto, uno dei luoghi più sacri del francescanesimo, dove si sono svolti molti episodi significativi della vita del Santo. A pochi passi da Assisi questa chiesetta dedicata a Santa Maria degli Angeli, secondo la tradizione, venne edificata addirittura nel IV secolo da alcuni pellegrini provenienti dalla Palestina, per poi passare a San Benedetto e ai suoi monaci intorno al 516. Francesco vi giunse agli inizi del 1200 quando ancora l’edificio era immerso in un bosco di querce, versando, però, in un miserabile stato di degrado e abbandono.
“Va’ e ripara la mia chiesa”, gli era stato detto dal Signore mentre pregava di fronte al Crocefisso. Così Francesco, prendendo alla lettera le sante parole, ristrutturò la Porziuncola, come già aveva fatto con le chiese di San Domenico e di San Pietro della Spina, per venerarvi la Madre di ogni bontà. Fu qui che comprese definitivamente la sua vocazione, qui stabilì la sua umile dimora, qui istituì l’indulgenza per tutti i fedeli (il Perdono di Assisi confermato da Onorio III) e qui morì, cantando, nell’ottobre del 1226.
La sacralità del luogo, la volontà di custodirlo e di accogliere i sempre più numerosi fedeli che vi accorrevano, e vi accorrono, da ogni angolo del mondo, spinse Pio V a costruirvi intorno una chiesa, cui venne conferita la dignità di Basilica Papale, intitolata a Santa Maria degli Angeli. Lo stile essenziale e semplice del progetto dell’architetto perugino Galeazzo Alessi, eseguito tra il 1569 e il 1579, fu scelto, dunque, per dare risalto al prezioso tesoro ivi conservato. Nonostante i rimaneggiamenti susseguitisi nei secoli, la Cappella della Porziuncola mostra ancora l’aspetto originario. Si tratta di una struttura rettangolare in sasso policromo di Subiaco. La facciata a spioventi è sormontata da un’edicola neogotica rifatta dopo il terremoto del 1832. Sulla cuspide l’affresco del pittore Friedrich Overbeck raffigura San Francesco in ginocchio ai piedi di Gesù e di Maria (1829).
“Hic est porta vitae aeternae”. Attraverso la porta della vita eterna si accede all’aula absidata interna, coperta da volta in rozza muratura. La pala d’altare è un dipinto su tavola a sfondo d’oro del Prete Italo da Viterbo che nel 1393 dipinse il racconto dell’Indulgenza in diversi riquadri e una splendida Annunciazione. L’affresco sulla piccola abside esterna con la scena della Crocefissione, di cui è rimasto il brano delle pie donne, la Vergine e San Francesco aggrappato alla Croce, dopo i restauri del secolo scorso è stato finalmente attribuito al Perugino, il più grane pittore umbro del Rinascimento.
Fino al 18 agosto ad Assisi, presso il Museo della Porziuncola e la Galleria d’Arte Contemporanea, sarà allestita la mostra “Dalla Parola, l’Immagine. L’Arte che legge la Bibbia”, il cui percorso attraverso opere grafiche di Rembrandt, Dürer, Chagall, Dalì, Rouault e Paladino indaga il rapporto tra espressione artistica e testo sacro.