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La Basilica di San Paolo fuori le Mura

La Basilica di San Paolo fuori le Mura, a Roma, ospita la tomba dell'apostolo Paolo, morto martire. Uno dei luoghi più sacri per tutta la cristianità, dal I sec. è meta di incessanti pellegrinaggi.

Cultura 17_08_2013
San Paolo fuori le Mura

Benvenuti a Roma, presso la papale arcibasilica patriarcale maggiore arcipretale abbaziale di San Paolo fuori le Mura, ovvero uno dei luoghi più sacri per la cristianità intera. Saulo di Tarso, un umile e grande Apostolo del Signore, che lo ha annunciato con la parola, lo ha testimoniato col martirio e lo ha adorato con tutto il cuore, come ci ha ricordato Papa Francesco, fu sepolto qui, nell’area sepolcrale lungo la via ostiense, dal discepolo Timoteo, dopo essere stato decapitato tra il 64 e il 67 d.C. durante le persecuzioni neroniane. E qui ancora riposa, in un massiccio sarcofago posto sotto l’altare maggiore. Dal I sec. d.C. questo sito divenne meta di incessanti pellegrinaggi che resero indispensabile la costruzione di una basilica, iniziata solo in seguito all’Editto di Costantino. Fu proprio l’imperatore a volere un primitivo edificio di cui si conserva traccia della curva absidale presso l’altare centrale.

“Teodosio iniziò, Onorio portò a termine questo tempio santificato dal corpo di Paolo, dottore del mondo”. L’iscrizione, naturalmente latina, sull’arco trionfale, ricorda la ricostruzione avviata da Teodosio I, affidata all’architetto Ciriade che realizzò una chiesa più ampia, a cinque navate scandite da ottanta colonne e diversamente orientata rispetto alla versione costantiniana. Consacrata da Papa Siricio nel 390 la basilica fu oggetto di cura da parte dei successori di Pietro, ciascuno dei quali apportò modifiche ed abbellimenti. Almeno fino al 1823 quando un fatidico incendio la distrusse in larga parte, preservando il transetto, l’abside, l’arco trionfale ed il chiostro. L’aspetto attuale si deve, dunque, all’architetto Luigi Poletti che vi lavorò tra il terzo e il quarto decennio dell’Ottocento, consentendone la consacrazione nel 1854, quando a Roma giunsero numerosi Vescovi, Cardinali e alti prelati per la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione.

Un solenne e grandioso quadriportico precede il corpo basilicale la cui facciata è decorata con mosaici ottocenteschi ispirati agli originali del X secolo. L’interno a croce latina è a cinque navate, le pareti delle quali sono rivestite da marmi policromi, mentre sopra gli archi corre la serie dei tondi musivi con i ritratti dei Pontefici, da Pietro a Benedetto XVI. 

L’arco trionfale è detto di Galla Placidia in onore del suo committente che ne ordinò la decorazione a mosaico ristrutturata dopo l’incendio. Un Cristo Pantocratore è al centro di una circonferenza raggiata: ai suoi lati trovano posto i simboli degli evangelisti e, nella zona sottostante, figure di uomini anziani disposti in gruppi. Dal transetto si aprono quattro cappelle, due delle quali progettate dall’architetto seicentesco Carlo Maderno. Al centro si trova lo splendido ciborio gotico di Arnolfo di Cambio, un’edicola cuspidata in marmo, sorretta da colonne corinzie. Alle sue spalle il catino absidale conserva ancora il mosaico duecentesco del Redentore Benedicente circondato dai SS. Pietro, Paolo, Andrea e Luca, mentre, nel registro inferiore, la Croce è affiancata da due angeli e dieci dei dodici apostoli.

Da quando, nel 1300, fu indetto il primo Anno Santo, quella Paolina è una delle basiliche giubilari, dove è possibile ottenere l’indulgenza plenaria e dove si celebra il rito dell’apertura della Porta Santa.