VISIONI
Kung Fu Panda 2
Se nel primo film il tema era il talento nascosto in un personaggio insospettabile e il rapporto originale col maestro stavolta si parla di adozione, abbandono, identità, paternità. Una pellicola di animazione che piace a grandi e piccini.
Visioni
10_09_2011
- Regia: Jennifer Yuh; Genere: Animazione, Azione; Durata: 91’ .
Per Po, ormai Guerriero Dragone, il kung fu sembra non avere più segreti, se non fosse per quella “pace interiore” di cui parla il Maestro Shifu. Ma, insieme ai fidati Cinque Cicloni (Tigre, Vipera, Scimmia, Gru e Mantide), può facilmente sconfiggere chi mette in pericolo la Valle della Pace. Finché non spunta un temibile pavone dalle piume bianche con un’arma segreta e apparentemente invincibile, che vuole usare per conquistare l’intera Cina… Per Po e i suoi amici, sembra davvero impossibile non soccombere. Anche perché Shen – questo il nome del pavone – è legato a Po da un mistero che riguarda le origini del Panda famelico e bonaccione, cui appaiono strane e terrificanti visioni che lo rendono vulnerabile…
Se nel primo film il tema era il talento nascosto in un personaggio insospettabile e il rapporto originale col maestro (il talento naturale del Panda era da sgrezzare parecchio, ma anche il maestro doveva vincere i suoi pregiudizi), stavolta si parla di adozione, abbandono, identità, paternità. Quel che era accettato senza discussioni – il Panda figlio di un’oca… – stavolta apre al mistero doloroso che sta all’inizio della vita di Po: Ping non è il suo padre naturale, i suoi genitori potrebbero averlo abbandonato… Da qui la domanda: chi sono veramente? E non è tutto, perché in questo episodio trova spazio anche un bel rapporto d’amicizia (che bello l’abbraccio tra l’apparentemente insensibile Tigre e Po) e anche il richiamo alla responsabilità, quando due maestri in disarmo vengono scossi dal torpore e dalla paura. Ma niente supera la commozione del ritorno a casa e della presa di coscienza di Po di fronte a chi temeva di averlo perso…
Ovviamente, come sempre nei film di Dreamworks Animation, azione e divertimento hanno la precedenza sullo spessore dell’approfondimento, ma anche nel sequel Kung fu Panda si rivela la saga (è certo il numero 3, come si intuisce dalla scena finale a sorpresa; ma si dovrebbe arrivare a cinque capitoli complessivi) finora più interessante della casa di produzione diretta da Jeffrey Katzenberg. E se l’azione, davvero vorticosa, a volte può risultare un po’ eccessiva (soprattutto per gli spettatori più piccoli), stavolta le gag sono ancora più abbondanti e irresistibili: e strappano le risate davvero a tutti, come nei grandi film di animazione di una volta (senza inutili sottotesti allusivi).
Come anche gli spunti importanti del film, che passano con semplicità anche ai bambini. Insomma, come si diceva una volta: un film che piace a grandi e piccini. Mentre Po (doppiato ancora una volta in originale dall’esplosivo Jack Black, in italiano dal più morbido ma comunque funzionale Fabio Volo) si rivela un carattere comico davvero ben definito, che arricchisce la galleria di personaggi dell’animazione contemporanea che si sono conquistati una giusta fama.
E quindi, nonostante un 3D ancora una volta poco funzionale a un film di animazione – nonostante azioni coreografiche che dovrebbero esaltare tale tecnologia – il film diretto da Jennifer Yuh vince le diffidenze che sono solite accompagnare i sequel. Anzi, la scena finale, come si diceva, fa addirittura voglia di vedere in fretta il terzo episodio.