Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Bernadette a cura di Ermes Dovico
mosaici perduti

Kornoukhov: la mia opera distrutta per far posto a Rupnik

Ascolta la versione audio dell'articolo

Il mosaicista russo parla a La Bussola della distruzione delle sue opere nella cappella Redemptoris Mater e punta il dito sull'ex gesuita che da lì iniziò la sua inarrestabile carriera. Il sospetto di un "golpe artistico" all'origine di un mito intoccabile malgrado gli scandali.

Ecclesia 15_04_2025 English Español
© wiez.pl

«Che i mosaici della volta e delle pareti laterali fossero distrutti l’ho saputo dopo alcuni mesi. Sono stati distrutti col pretesto della caduta delle tessere, ma era assolutamente impossibile senza forzarne la caduta. Tuttora ho il grave sospetto che Rupnik abbia inventato questa “accusa” per sostituirmi come mosaicista nel progetto»: a parlare a La Bussola è il mosaicista russo Alexander Kornoukhov. L’opera in questione sono i mosaici della cappella Redemptoris Mater, nel Palazzo Apostolico in Vaticano, alla quale è legato il nome e il mito dell’ex gesuita sloveno che, insieme ad alcuni collaboratori, vi ha operato alla fine degli anni Novanta. Di Kornoukhov resta attualmente visibile soltanto la Gerusalemme celeste sulla parete dell’altare (amputata nella parte superiore, come mostrano le foto in basso) ma il maestro russo ci conferma di aver realizzato molto di più prima di venire congedato. In tutto il suo lavoro comprendeva «la parete occidentale, la volta, alcune figure di santi, l’Annunciazione e la scena del sogno di Giacobbe, le pareti laterali (nord e sud)».

Sulla sua pagina Facebook  Kornoukhov ha pubblicato un’Annunciazione (post del 7 aprile 2023), con la didascalia: «The Annunciation - Vatican (destroyed)». Distrutta.  Ma cerchiamo di riavvolgere il nastro tornando all’inizio dei lavori. Il rifacimento della ex cappella Matilde (già ribattezzata Redemptoris Mater in occasione dell’anno mariano 1987-1988) fu il dono del sacro collegio per i 50 anni di sacerdozio di San Giovanni Paolo II, nel 1996. Nell’occasione il pontefice volle farne un luogo simbolo dell’unità con l’Oriente cristiano, che incarnasse visivamente il tema a lui molto caro dei “due polmoni” della Chiesa. L’intero progetto, con la supervisione del gesuita Tomáš Špidlík (poi cardinale) e del Centro Aletti, venne affidato alla mano, fedelissima alla tradizione bizantina, di Alexander Kornoukhov. «Špidlík mi propose di creare i mosaici della cappella, dopo aver visto le immagini dei mosaici che avevo realizzato nella chiesa della Trasfigurazione a Tùšino, Mosca», racconta Kornoukhov. Ed era l’unico artista coinvolto? «Tutto il progetto dei mosaici della cappella era affidato soltanto a me». E qual era all’epoca la sua collaborazione con il Centro Aletti? «Nel centro Aletti ero ospite e vi facevo le prove di mosaico (i frammenti con i ritratti dei santi)». E con Rupnik? «Conoscevo Rupnik dall’inizio come coordinatore del progetto: lui era in contatto con l’amministrazione vaticana. Non ho mai avuto, invece, collaborazione artistica con lui». E non sospettava nemmeno allora lo scandalo che lo ha travolto? «No, è stata una scoperta inattesa per me». 

Anche Kornoukhov è tra quanti chiedono verità su Rupnik, ma nel suo caso si tratta dei mosaici perduti e rimpiazzati da quelli dell’ex gesuita, la cui fama inarrestabile nacque proprio da quella prima prestigiosa commissione. La vicenda e la relativa querelle è ripercorsa da Federica Tourn (Rupnik, il Vaticano e l’artista russo: il pasticciaccio della “nuova Sistina”) che riporta le versioni di entrambe le parti. Per il Centro Aletti quei mosaici non tenevano a causa del collante inadatto e le tessere sarebbero venute giù. Per Kornoukhov, invece, la rimozione sarebbe stata intenzionale e proprio al fine di sostituirlo con Rupnik. A sua volta la Tourn si chiede: «Se il Centro Aletti doveva fornire all’artista russo supervisione e assistenza, perché non ha risolto l’eventuale problema del collante?». Ammesso che le tessere avessero ceduto, che i mosaici andassero rifatti da zero, non sarebbe stato il caso di farli rifare allo stesso Kornoukhov, invece di sostituirlo con un altro artista che non aveva mai fatto mosaici?

All’epoca Rupnik era un pittore, non un mosaicista, ma secondo una narrazione un po' agiografica lo divenne in virtù del “quarto voto” che vincola i gesuiti a una speciale obbedienza al papa: «Questa cappella è frutto di questa obbedienza speciale, perché padre Rupnik non faceva mosaici prima, era un pittore. Però, se il papa ti chiede un mosaico, tu che fai? Fai un mosaico», racconta scherzosamente Nataša Govekar del Centro Aletti in un video dedicato alla Redemptoris Mater. E subito dopo, avendo alle spalle la Gerusalemme celeste, menziona «un artista russo che ha lavorato un anno prima circa... un artista russo più fedele, diciamo, a uno stile tradizionale». Ma senza nominarlo, come se fosse uno di passaggio.

Del “passaggio” di Kornoukhov, oltre alla superstite Gerusalemme celeste, resta traccia però nel suo sito web (qui e qui), le cui immagini sono estremamente preziose perché permettono di vedere come sarebbe stata, anzi, com’era la Redemptoris Mater prima di venire riplasmata a immagine di Rupnik, che ha “reinventato” anche l’ispirazione originaria della cappella: «Penso che l’arte di Rupnik sia lontana dalla tradizione bizantina ed è un esempio di postmodernismo, senza alcun legame con l’architettura», commenta Kornoukhov. Effettivamente la differenza di stile è lampante, non solo confrontando la Gerusalemme celeste di Kornoukhov con le altre pareti, ma anche confrontando il “prima” e il “dopo” (nelle due foto in basso). Il Cristo raffigurato al centro della volta rappresenta forse il cambiamento più radicale tra la versione dell’artista russo e quella targata Centro Aletti (l'una e l'altra affiancate nella foto in alto, in apertura dell'articolo). Fatto sta che nella cappella Redemptoris Mater avvenne il “battesimo” di Rupnik come mosaicista e della sua arte quale ponte con l’Oriente. Un mito così saldo che, pur di fronte a questioni ben più gravi di un (probabile) problema tecnico, la sola idea di rimuovere o coprire qualche opera dell’ex gesuita presente nelle chiese di mezzo mondo solleva un vespaio di polemiche e  mille cautele che non risultano invece adottate per i mosaici di Alexander Kornoukhov.




LA CARRIERA

"Raggiri" e coperture: così Rupnik è diventato "artistar"

24_12_2022 Luisella Scrosati

La folgorante carriera artistico-ecclesiale di Rupnik: mandato a Roma dopo aver già coinvolto diverse donne nei suoi giochi erotici. Una volta a Roma ha spiccato il volo: la consacrazione con la cappella Redemptoris Mater e il "raggiro" all'artista incaricato. E poi la discussa realizzazione del Seminario Maggiore romano con la dedicazione dell'altare quando era già stato condannato. 

Don Bresciani

Scandalo a Reggio, il braccio destro di Rupnik invitato a predicare

09_04_2025 Luisella Scrosati

In programma domani, 10 aprile, a Reggio Emilia, una catechesi sulla vita cristiana a cura del vicedirettore del Centro Aletti, don Ivan Bresciani. Un’iniziativa scoperta dalla Bussola e voluta da don Davide M. Poletti, nel solco di una rete di prelati che tuttora favoriscono Marko Rupnik e i suoi fedelissimi, nonostante le malefatte del prete sloveno.

- Lo scandalo Rupnik

dopo il nostro articolo

Sospesa la predicazione del braccio destro di Rupnik

10_04_2025 Andrea Zambrano

Dopo il nostro articolo, viene sospesa la predicazione in una chiesa parrocchiale di Reggio Emilia di don Bresciani, braccio destro di Rupnik e numero due del Centro Aletti. Il parroco conferma la sospensione ma non spiega i motivi. Però insulta la Bussola. Decisivo, stando a indiscrezioni, l'intervento del vescovo Morandi. 
- DOSSIER: Lo scandalo Rupnik

abusi

Lourdes rompe gli indugi, coperti i mosaici di Rupnik

Opere associate a uno scandalo in un luogo di guarigione? Una contraddizione sempre più impensabile per il vescovo della località mariana che, dopo averle oscurate, comincia a coprirle. Un primo, anzi un secondo passo, nonostante le opposizioni.

scandalo

Mano tesa dei Gesuiti alle vittime di Rupnik, il Vaticano tace

29_03_2025 Luisella Scrosati

La Compagnia di Gesù offre «un percorso di verità e riconoscimento» alle venti donne che hanno subito abusi dall'ex gesuita, che il cardinale De Donatis si ostina a proteggere, mentre Oltretevere il processo canonico tarda ad arrivare.

non solo abusi

Il primo "peccato" di Rupnik è la sua estetica

24_08_2024 Francesco Mori

Gli altissimi significati teologici attribuiti all'opera dell'ex gesuita si scontrano con un linguaggio elementare, disincarnato e deformato che ha diffuso nell'arte cristiana una nuova strisciante iconoclastia.