Kattolico, la meraviglia di un cristianesimo ragionevole
Perché Pilato lasciò condannare Gesù? E perché la Francia ha ancora oggi il vizietto di simpatizzare per gli islamici? Tutto questo, e molto altro, nella IV edizione del Kattolico di Rino Cammilleri, che raccoglie gli scritti pubblicati sul Timone. Come unico filo rosso: un cristianesimo che attraversa la storia col suo bagaglio di meraviglia e ragionevolezza.
Non c'è niente di più inedito del già detto. E leggendo tutto d'un fiato la IV raccolta del Kattolico di Rino Cammilleri il motto è quanto mai confermato. Si chiama così, con quella K che fa così anni '70, sberleffo ad una stagione che lo scrittore conosce bene per averla vissuta negli anni tra la gioventù e la maturità, la fortunata rubrica che cura sul mensile di apologetica Il Timone, di cui Cammilleri è ancora oggi una delle firme di punta. Questa appena uscita in libreria è l'ultima miscellanea degli articoli scritti e pubblicati.
Per l'occasione questa volta c'è un nuovo editore, che è Fede e cultura mentre il titolo è una domanda intrigante: Il Vangelo fa parte del paesaggio? Spunti per riscoprire la meraviglia.
Il titolo prende le mosse da uno degli articoli pubblicati, quello sul Velo del tempio. In effetti - dice Cammilleri - come accade delle cose a cui si è fatta l'abitudine, anche per i Vangeli finisce che divengano parte del panorama consueto: «E' come guardare un bel paesaggio, la sua bellezza desta meraviglia e piacere, ma se si va ad abitare proprio lì davanti, in pochi giorni la meraviglia e il piacere svaniscono».
Così, ci suggerisce Cammilleri, è per il Vangelo. Infatti nell'articolo citato si fa riferimento al velo del tempio che nella morte di Gesù si squarcia in due. Noi siamo abituati a leggere quel passaggio con distrazione, tutti concentrati sull'emotività del momento. Infatti nella liturgia della domenica della Palme e del Venerdì santo quando lo si legge durante il Passio compare subito dopo che ci si è inginocchiati al “detto questo consegnò lo spirito” e nessuno ci fa caso.
Invece quel velo squarciato è uno degli incredibilia che accaddero in quel venerdì dove la storia svoltò per sempre. Non era infatti un tendaggio qualsiasi, era un siparione alto 20 metri e pesante come il piombo e non poteva essersi lacerato a seguito del terremoto. Insomma, nessun uomo poteva strapparlo in quel modo. Deve essere intervenuta per forza una potenza sovrumana. Ma in fondo quel riferimento al velo del tempio squarciato, che nascondeva agli uomini la presenza del Santo dei Santi, non è altro che un'allegoria del Dio che saluta e se ne va per sempre dal tempio ebraico.
Il Kattolico di Cammilleri è tutto qui: un'occasione data all'uomo moderno, privo di codici espressivi che non siano quelli degli emoticon di Whatsapp di riscoprire appunto la meraviglia del fatto cristiano in un contesto di assoluta ragionevolezza.
Come la psicologia del personaggio di Pilato, sbrigativamente liquidato come colui che si è lavato le mani. Ma che cosa pensò? Perché cercò in tutti i modi di rifiutare quella pena capitale per quello strano profeta che non gli sembrava far male a nessuno e perché non diede ascolto alla moglie che ebbe proprio sul Nazareno un incubo premonitore? Il Kattolico lo spiega con il calcolo politico di un uomo che si è trovato a gestire una vicenda più grande di lui e dalla quale, comunque, è rimasto travolto.
Con questo approccio si possono affrontare tutte le quesioni irrisolte o sconosciute di 2000 anni di vita cristiana. Come la storia della Sindone bis, che è conservata ad Arquata del Tronto e che ha una genesi storica interessante: una reliquia per contatto voluta dallo Stato della Chiesa che non accettava che i Savoia fossero detentori del sacro lino. Come poi l'immagine dell'uomo dei dolori si sia impressa in quel secondo lino è mistero che la scienza ancora non è riuscita a spiegare.
Mentre si può spiegare perfettamente la data della nascita di Gesù partendo dai riferimenti incrociati dei dati storici: dal turno di servizio di Zaccaria al tempio si arriva a calcolare razionalmente la data del 25 dicembre: provare per credere.
E si arriva anche a inquadrare il perché la Francia oggi sia così filoislamica: basta andare con la memoria a Lepanto e all'assenza della Francia dala spedizione della Santa Lega messa in piedi da Pio V nel 1571 che debellò la minaccia jhiadista. Infatti i francesi già all'epoca erano pappa e ciccia con il Solimano, ma non per spirito multicult, bensì più concretamente in chiave anti spagnola. Andò avanti così fino a Napoleone.
E oggi, mutatis mutandis, l'amicizia ha ripreso piede, solo che stavolta non ci sono Leghe sante di veneziani e spagnoli ad opporsi. Cosicché il tema della minaccia turca ci appare sotto forma di invasione immigrazionista alla quale non ci sembra opportuno dire di no. Solo che è la stessa minaccia dei tempi di San Pio V, ma non la riconosciamo.