Joe Biden e la grazia a priori
Com’è noto, il presidente Biden ha concesso la grazia al figlio Hunter, ma pochi hanno sottolineato che il provvedimento riguarda anche i reati che potrebbero emergere in futuro. La nota di Instaurare.
Una nota dal titolo “La democrazia in America” apparsa sull’ultimo numero della rivista Instaurare desta il nostro interesse. In essa si ricorda che il presidente Joe Biden ha concesso la grazia al proprio figlio Hunter per i reati per i quali è stato condannato. La notizia è arcinota, ma a rendere interessante la nota è l’osservazione – su cui pochi commentatori si sono soffermati – che la grazia concessa riguarda non solo i reati compiuti ma anche quelli che potrebbero emergere in futuro e meritare delle condanne.
In pratica Biden avrebbe concesso una grazia a priori, prima che i reati relativi emergano, in contrasto con la giurisprudenza e la prassi secondo le quali la grazia si concede per reati commessi e passati in giudicato. È la versione rovesciata di quanto descritto nel film Minority Report, diretto nel 2002 da Steven Spielberg e con protagonista Tom Cruise. In quel caso un reparto specializzato di polizia chiamato significativamente Precrime, agendo sulla base di sensitivi denominati Precog, arrestava i responsabili di reati prima che questi venissero commessi. Joe Biden ha fatto lo stesso, non arrestando il responsabile prima del reato, ma graziandolo. In ogni caso: prima.
Secondo la nota di Instaurare, questo dimostra la situazione attuale della democrazia in America, ormai molto lontana dal “mito” creato da Tocqueville. Di solito si sostiene che la democrazia nel senso classico va considerata una forma di governo, mentre nella modernità la democrazia ha preteso di essere il fondamento del governo [si veda a questo proposito il Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa 2/2024]. Ma davanti a questi fatti si comprende che la democrazia è solo “gestione di affari e di interessi”.
Voci insistenti dicono che Biden non si fermerà al figlio per concedere grazie a priori, ma è intenzionato ad estendere i provvedimenti anche a personaggi politici minacciati di essere incriminati da Trump. È il caso di Anthony Fauci, soprannominato lo Zar del Covid, consigliere scientifico dell’attuale presidente degli Stati Uniti, che avrebbe giurato il falso per consentire l’utilizzo della pandemia da Covid-19 per interessi di parte.
C’è un aspetto che la nota non fa emergere direttamente, ossia che la democrazia come “gestione di affari e di interessi” è figlia della democrazia intesa come “fondamento del governo”. Espressione, questa, con cui si finisce per sostenere che la democrazia può fare quello che vuole.
Stefano Fontana