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DELIRI

Ius soli, i fondamentalisti cattolici sono qui

La proposta di legge sullo Ius Soli è diventata un dogma per quegli stessi cattolici che criticavano gli interventi della Chiesa su vita e famiglia. Un paradosso difficilmente spiegabile, ma se vogliamo parlare di fondamentalismo cattolico, questo è il caso.

Editoriali 28_12_2017
Ius Soli?

Vogliamo sperare che oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sciolga finalmente le Camere mettendo fine, con questa funesta legislatura, anche al delirio delle ultime settimane sullo Ius Soli. Fino a ieri sera non cessavano le pressioni della sinistra su governo e Quirinale per una proroga di qualche giorno, il minimo necessario per votare la legge che "regalerebbe" la cittadinanza italiana a circa 800mila giovani stranieri residenti nel nostro paese.

In questi giorni si è sentito di tutto per spingere questa proposta di legge: accuse, insulti, minacce per chiunque non si mostri entusiasta per la "cittadinanza per tutti"; tutto fuorché uno straccio di motivo per cui questa legge sarebbe veramente urgente e indispensabile per potersi sentire un paese civile. A stare a sentire questi esaltati si ha l'impressione che la legislazione italiana sia oggi palesemente discriminatoria nei confronti dei figli di cittadini stranieri, che traduca in articoli e commi un sentimento di ostilità nei confronti degli stranieri, che costituisca un muro invalicabile per persone che sarebbero parte integrante dell'Italia.

È una menzogna bella e buona, tanto è vero che lo Stato italiano già concede oltre 200mila cittadinanze l'anno, più di ogni altro paese europeo. 
Altre volte, quando si vuole forzare l'introduzione di una legge, si tira in ballo l'Europa: «L'Europa ce lo chiede», «Dobbiamo stare al passo con l'Europa», e via dicendo: questi sono sempre gli argomenti (falsi) usati. Stavolta l'Europa non si può tirare in ballo perché non solo non ci chiede nulla su questo fronte, ma assiste anche un po' preoccupata alla evoluzione della "accoglientite" che sembra essersi impadronita di uno schieramento politico ben definito e anche di una parte importante del mondo cattolico. La legislazione attualmente in vigore, infatti, è perfettamente in linea con quanto è previsto negli altri paesi europei.

E visto che si è fatto riferimento al mondo cattolico, non si può non rimanere stupefatti dalla animosità, perfino dalla violenza verbale, con cui si conduce la battaglia per lo Ius Soli. Basta leggere il quotidiano dei vescovi, Avvenire, per rendersi conto dell'importanza che viene data a questo argomento. In questa legislatura è passato di tutto contro la famiglia, la libertà di educazione, la vita - da ultimo la legge sulle Dat (Disposizioni Anticipate di Trattamento) che introduce l'eutanasia in Italia -, e da Avvenire solo qualche gemito, qualche distinguo ma niente che abbia messo in discussione il profilo morale dei legislatori.

Sullo Ius Soli invece urla e strepiti, accuse di immoralità e irresponsabilità, una "crociata" che non si vedeva da anni. E - sottinteso - non potrebbe dirsi cristiano chi è contro questa legge. Ovvio che a questa "esuberanza" abbiano dato il loro contributo anche i ripetuti interventi di papa Francesco che ha fatto di tutto per far capire il proprio favore a una legge sullo Ius Soli. Da ultimo anche nella omelia della veglia di Natale, che proprio per questo ha suscitato diverse polemiche. Chiarissimo il passaggio in cui ha definito Gesù che viene nel mondo «Colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza». Non si vuole mancare di rispetto, ma è una affermazione che ricorda da vicino una grossa scritta a vernice che, tra l'ironico e il rivendicazionista, campeggiava negli anni '70 davanti a una mensa universitaria: «Cristo ha pagato per tutti: mensa gratis».

Peraltro le persone per cui si chiede così a gran voce la cittadinanza italiana, non sono apolidi, una cittadinanza ce l'hanno già e non si capisce perché debba essere così disprezzata. Cose che abbiamo già avuto modo di spiegare.

È però davvero difficile spiegarsi il motivo per cui una proposta di legge, per quanto legittima, sia diventata una questione di fede. Non vogliamo cedere al pensiero che tanta agitazione sia dovuta - come alcuni sostengono - al business che gli immigrati garantiscono a tante associazioni cattoliche impegnate nelle opere di assistenza. Rileviamo però il paradosso per cui a guidare questa offensiva sono proprio coloro che dall'alba di questo pontificato vanno ripetendo che bisogna tornare al kerigma, all'annuncio essenziale del cristianesimo; che finora ci siamo concentrati troppo sulla difesa dei valori a scapito dell'annuncio di Cristo. Ecco come sono finiti: non solo hanno sostituito dei valori con altri - come quello dell'accoglienza dello straniero, che è diventata una vera ossessione - ma sono arrivati a trattare come dogma una possibile quanto opinabile declinazione del valore dell'accoglienza in una specifica legge: si è arrivati a giudicare la fede dall'adesione o meno alla legge sullo Ius Soli. Ecco, se si cerca un esempio di fondamentalismo cattolico questo è il caso.