Italia, no a raccomandazioni ONU
La Revisione periodica universale dell’ONU ha reso noto che l’Italia ha giustamente respinto 19 raccomandazioni riguardanti tematiche LGBT.

La Revisione periodica universale dell’ONU ha reso noto che l’Italia, giustamente, ha respinto 19 raccomandazioni provenienti da alcuni Stati riguardanti tematiche LGBT.
Si chiedeva all’Italia di introdurre il matrimonio egualitario e il nostro Paese ha risposto che abbiamo già le unioni civili. Canada, Francia e Finlandia esigevano il riconoscimento dell’omogenitorialità, che in realtà a causa di tribunali (in primis la Corte costituzionale) e sindaci già si sta diffondendo. Portogallo e Paesi Bassi chiedevano che di aprire alle adozioni alle coppie gay ed anche in questo caso la giurisprudenza più volte si è tinta di arcobaleno.
Malta poi chiedeva di non intervenire chirurgicamente su quei bambini i cui attributi sessuali non corrispondono al sesso genetico. Ma appare evidente che tali attributi sono un’anomalia vissuta così anche dai pazienti stessi. La Danimarca poi voleva che introducessimo l’educazione sessuale obbligatoria, ossia l’educazione alla contraccezione, all’aborto e alla teoria gender. Respinta anche la richiesta di vietare l’accompagnamento psicologico di persone omosessuali e transessuali che vogliono uscire dalla propria condizione che percepiscono in modo negativo.
L’Italia ha invece detto “Sì” a sette raccomandazioni, tra cui: «contrastare le discriminazioni», «promuovere l’uguaglianza», «combattere i discorsi d’odio». Fraseologie che possono aprire alla tutela delle rivendicazioni LGBT.
Comunque sia, bene che l’Italia non abbia recepito le altre 12 raccomandazioni.