Istruzione, un costo standard dello studente
Quanto costa, mediamente, uno studente allo Stato? Individuare un costo standard per l'istruzione è fondamentale prima di ogni seria riforma che riporti la famiglia al centro del sistema. E ripristini la libertà di istruzione.
«Fondamentale garantire la libertà di scelta educativa» sono le parole della neo Ministro all’Istruzione Stefania Giannini che in diversi recenti interventi rilasciati alla stampa ha sottolineato alcuni degli aspetti su cui è importante intervenire per riassestare un sistema, quello educativo, da troppo tempo abbandonato a se stesso.
Investire nella ricerca, affrontare l’emergenza dell’edilizia scolastica, agire sulla valutazione per riconoscere il merito, riconoscere piena dignità alla scuola paritaria ci paiono sicuramente dei buoni punti di partenza purché non si resti incastrati nella retorica delle belle intenzioni che restano solo tali. Perché per migliorare il sistema scolastico italiano c’è bisogno di far sì che le idee si concretizzino in comportamenti in grado di apportare dei reali cambiamenti e favorire la convivenza di due realtà che fino ad oggi appaiono solo in contrasto e perenne competizione.
In una recente intervista con Suor Anna Monia Alfieri, Presidente della Fidae Lombardia, è emerso che le idee avanzate dal Ministro Giannini rientrano in quello che può definirsi un progetto di più ampio respiro. Se da un lato è necessario intervenire nell’immediato su Imu, Tares, o detraibilità come ben sottolineato da Marco Lepore nel suo Riforma scuola, tre punti per iniziare, per ammortizzare nell’immediato quei costi che stanno pesando sugli istituti paritari, dall’altro, come sottolineato da Suor Anna, è assolutamente necessario dover individuare il “costo standard di ogni studente”.
«È l’unico modo per poter sopravvivere», continua la Presidente di Fidae Lombardia, «Se io vado ad individuare il costo standard, libero risorse per lo stato dando vita ad una riforma sostenibile. È l’unica posizione auspicabile. Quelle sottolineate da Marco Lepore sono urgenze perché le scuole stanno morendo. Ma bisogna attivarsi per intraprendere una sola decisione: posizionare la famiglia al centro, sostenendo il diritto di scelta educativa in una pluralità».
Torniamo quindi al solito punto di partenza possibile, quello di porre al centro di tutto la famiglia, permettendo alle stesse di scegliere liberamente in quale istituto mandare i propri figli. L’individuazione del costo standard per ogni studente, difatti, si porta dietro degli ovvi miglioramenti. A cominciare dall’eliminazione di tutti gli sprechi. Se è vero che l’Italia è uno dei paesi in cui si spende maggiormente per investire sul sistema scolastico, è altrettanto vero che si investe male, come abbiamo già sottolineato in diversi articoli, e che tale spreco non solo non favorisce il pluralismo educativo ma incide negativamente sulle libertà di scelta delle famiglie che per mandare i propri figli negli istituti privati sono costretti a pagare una retta e che, attraverso le tasse, pagano anche gli istituti statali.
Il costo standard permetterebbe alle scuole di ricevere il contributo sulla base delle famiglie iscritte favorendo, in questo modo, la convivenza di due diverse realtà, quella statale e quella paritaria, e migliorando l’intero sistema scolastico. Se è vero, inoltre, che non si rendono necessarie ulteriori riforme, come sottolinea sempre dal Ministro, è altrettanto vero che servono cambiamenti immediati per riconoscere alle scuole statali una maggiore autonomia nella scelta dei docenti, una maggiore flessibilità e una minore burocrazia (come sottolineato anche da Matteo Renzi) così come è necessario riconoscere agli istituti paritari la pari dignità. A tutto ciò si aggiunge anche la lodevole intenzione di valutare i docenti per premiarli con il merito. Operazioni mentali che speriamo trovino presto concreta attuazione in un progetto di medio –lungo termine in grado di dare luce nuova ad un sistema scolastico fin troppe volte rattoppato.
Nell’attesa famiglie e scuola si uniranno, anche quest’anno, nella consueta marcia “Andemm al Domm” per sostenere le ragioni della scuola paritaria. Giunta alla sua 32esima edizione, anche la marcia dal titolo “Famiglia e scuola: risorse per affrontare la crisi”, pone al centro di tutto le questioni importanti, i due punti di partenza da cui dover cominciare per porre fine a questo individualismo esasperato e riconoscere ai cittadini la giusta libertà. L’appuntamento con chi volesse partecipare è per le 9.30 in Piazza del Duomo di Milano. A presentare ci sarà la conduttrice televisiva Lorenza Bianchetti e le varie istituzioni che si incontreranno per discutere di quella libertà di scelta delle famiglie e di istruzione della scuola che, come già sottolineato dal Cardinal Scola, negli anni precedenti sono “i due pilastri su cui puntare per uscire dalla crisi e vincere quel malessere di civiltà che porta alla decadenza”.