Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Cristo Re a cura di Ermes Dovico
MEDIO ORIENTE

Israele radicalizzato: proposta legge anti-cristiana

Ascolta la versione audio dell'articolo

Mentre continua la proposta contro la riforma della giustizia, un partito di estrema destra ebraica propone una legge anti-conversioni che colpisce espressamente le missioni cristiane. Immediate le proteste internazionali, soprattutto dagli Usa. Netanyahu promette che la bloccherà. Ma crescono gli episodi di violenza contro i cristiani.

Libertà religiosa 25_03_2023 English
Moshe Gafni

Non solo la riforma della giustizia per farla dipendere dalla politica, ora anche una proposta di legge che blocca la libertà religiosa in Israele. Sono questi i "cavalli di battaglia" del governo guidato da Benjamin Netanyahu, leader di una coalizione composta da partiti che si rifanno all’estrema destra nazionalistica. Se la prima questione, cioè quella della riforma della giustizia, ha visto organizzarsi in tutto Israele, numerosissime manifestazioni, con migliaia di cittadini, blocchi stradali, scontri con la polizia e arresti, la seconda ha creato sconcerto e preoccupazione tra i cristiani presenti in Terra Santa, la terra in cui nacque Gesù e da dove si diffuse in tutto il mondo il messaggio evangelico.

Il 9 gennaio scorso, senza rendere noto quanto stavano per fare, due deputati del partito del Giudaismo della Torah Unita, Moshe Gafni e Yaakov Asher, hanno presentato un disegno di legge denominato «Divieto di proselitismo per la conversione religiosa», che vieterebbe espressamente l’evangelizzazione, dichiarando illegale qualsiasi tipo di annuncio che si richiami alla figura di Gesù Cristo e ai suoi insegnamenti. A loro dire, alcuni gruppi, in particolare «i missionari cristiani», hanno intensificato gli sforzi per convertire gli ebrei. In caso di approvazione della legge, per i trasgressori sono previste pene che vanno fine ad un anno di carcere, pena che aumenterebbe fino a due anni «se il destinatario del messaggio è un minore». Il disegno di legge impedirebbe la possibilità di «parlare per persuadere o convertire una persona di fede diversa, mediante colloqui personali, ma anche attraverso l’utilizzo di posta o video».  È una legge a senso unico, quella che vorrebbero i due membri della Knesset. Dopo la disgregazione dell'Urss, molti cittadini dell’ex impero sovietico hanno scelto di trasferirsi in Israele e sono diventati ebrei per convinzione o per convenienza, ma nessuno, ha pensato di proporre un testo legislativo per impedirlo. È quanto affermano i responsabili della Chiese cristiane.

Ma si tratta di un vero fulmine a ciel sereno quanto sta accadendo in Israele. La notizia è stata diffusa da un ebreo messianico, della Trinity Broadcasting Network. Immediate le reazioni da parte dei cristiani. La bocciatura più dura è arrivata dagli evangelici americani che sono un appoggio importante alla politica israeliana negli Stati Uniti e che in Israele sono presenti e molto attivi. I vescovi della Terra Santa non nascondono la loro preoccupazione. Il ministero degli Esteri è stato subissato di telefonate da parte di ambasciatori, consoli, leader cristiani e da ebrei di tutto il mondo che invitavano il ministro degli Esteri, Eli Cohen, ad impedire che la proposta di legge diventi esecutiva. Il primo ministro Netanyahu si è affrettato a pubblicare una dichiarazione su Twitter in ebraico e in inglese: «Non passerà alcuna legge contro la comunità cristiana».

Il clima di tensione in Israele aumenta giorno dopo giorno. Dall'inizio dell'anno ad oggi sono morti 14 israeliani e 85 palestinesi. Le chiese e gli altri luoghi in cui si riuniscono i cristiani sono oggetto di scorribande da parte di estremisti dell’ultradestra israeliana. Sono di pochi giorni fa due attacchi terroristici da parte di estremisti ebrei: il primo a Nazaret, dove sono stati esplosi dei colpi d'arma da fuoco contro una scuola e un convento di suore francescane e l'altro, a Gerusalemme, nella chiesa della tomba di Maria, ubicata ai piedi del Monte degli Ulivi e di proprietà comune tra i greco-ortodossi e gli armeni, secondo i regolamenti dello status quo. Una dura condanna è venuta dal Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme e dal patriarca Teofilo III che mette in evidenza il «feroce attacco terroristico» che ha visto i responsabili, due estremisti ebrei - secondo testimoni uno indossava lo “yarmulke” (il tradizionale copricapo ebraico) e l’altro uno “tzitzit” (lo scialle) - entrare nel luogo santo con una sbarra di ferro, cercando di colpire il celebrante. La polizia, tramite il portavoce, ha dichiarato che un uomo è stato arrestato, ma non ha fornito ulteriori informazioni.

In questo clima di tensione anticristiana, continuano a montare le proteste contro la riforma della giustizia. Giovedì scorso in Israele è stato dichiarato il "Giorno della paralisi”. Numerosi i manifestanti arrestati, mentre la polizia usava idranti e agenti a cavallo per dispendere i dimostranti. Anche l'autostrada è stata interrotta e liberata dalla polizia dopo tre ore. Durante la notte, è stata occupata la piazzola per elicotteri nelle vicinanze della residenza di Cesarea del primo ministro Benjamin Netanyahu e i partecipanti alla protesta hanno esposto manifesti fuori delle case dei membri anziani del suo partito, il Likud, per il ruolo rivestito da questa formazione politica nel tentativo di cambiamento legislativo che potrebbe mettere in serio pericolo la stessa democrazia israeliana.