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PANAMA

Irriverente e sciatta: l'Annunciazione alla GMG

Sta facendo il giro del mondo il video della squallida “rappresentazione” dell’Annunciazione, messa in scena durante l’appena conclusa Giornata Mondiale della Gioventù di Panama. Una rappresentazione sciatta, inutilmente giovanilistica, irriverente, a tratti blasfema. Serve a riavvicinare i giovani al Mistero? O solo a ignorare il timor di Dio?

Ecclesia 11_02_2019
Lo spettacolo sull'Annunciazione alla Gmg di Panama

Sta facendo il giro del mondo il video della squallida “rappresentazione” dell’Annunciazione, messa in scena durante l’appena conclusa Giornata Mondiale della Gioventù di Panama, davanti agli occhi del Papa. La potete guardare qui, ma solo dopo aver preso il vostro ordinario rimedio contro le gastriti, a dosi raddoppiate.

Quanto a professionalità e realizzazione... neanche alla scuola materna! Gli uccellini in sottofondo al momento dell’annuncio, l’angelo con due alucce spennacchiate ed un cappellino da Copacabana Beach, ovviamente con occhiali da sole. Lo stesso stilista si è occupato delle angiolette danzatrici più spennacchiate di lui. La signorina, che farebbe le veci della SS. Vergine, in pantaloni attillati e un cellulare in mano. Tutti pronti per recitare un copione banale e pacchiano. E dire che di tempo per preparare qualcosa di decente, gli organizzatori della GMG ne hanno avuto!

E questo è il minimo che si possa dire. Perché la realtà è quella di uno spettacolo semplicemente irriverente. Come si fa a rappresentare la Madonna come se fosse una ragazzina superficiale, che, non appena le viene annunciata la Divina Maternità, tutta presa dalla preoccupazione per la propria carriera, inizia ad obiettare che deve finire la scuola, iniziare l’Università, fare un master, conseguire il dottorato, etc.? E poi, come un’isterica, va in palla pensando alla reazione di mammà e di papà. Con una superficialità da adolescente svampita, questa ragazzina capricciosa, oberata da cotante preoccupazioni, deve consegnare al pennuto il suo (momentaneo): no, grazie. Zaccaria, padre di San Giovanni Battista, rimase muto fino alla nascita del figlio per molto meno. Nove mesi di mutismo per un dubbio: alla signorina converrà richiedere la pensione di invalidità al 100%! Per non parlare di come viene presentato il povero san Giuseppe: uno che sicuramente non accetterebbe questa maternità per opera dello Spirito Santo, che sicuramente si opporrebbe...

Di fronte a questa “Maria” dapprima dubbiosa, poi terrorizzata, il pennuto pensa bene di rassicurarla con un bel (si fa per dire) rap sulle parole “bendita tu seras”, che si chiude in rima con un evangelico “wiki wiki wawa wiki wiki wa”! Sarà aramaico antico? Non si sa; comunque il rap è così convincente che la signorina, con un sospirone, si affida alla volontà proveniente dall’alto. Non poteva mancare la richiesta di poter fare un bel selfie con l’angelo: in effetti, quando lo racconterà alle amiche, potrebbero non crederci...

Se Maria viene presentata come un’oca, svampita e bipolare, figuratevi gli Apostoli. E infatti, entrano in scena dodici giovanotti, vestiti da calciatori, con tanto di numero e nome sulla maglietta. Questi apostoli new style fanno presente di avere un “pequeño problemita... Los romanos!”. Così compaiono sette ragazzotti, vestiti da celerini con tanto di occhiali da sole (pure loro) e manganelli, che si fanno il loro balletto.

Nel vedere certe cose anche noi tenemos un pequeño problema... Questa rappresentazione è come minimo irrispettosa, se non addirittura, almeno in certi passaggi, blasfema. Cosa si pensa di perseguire con tanto squallore? Di avvicinare i misteri della fede ai giovani? O non accade piuttosto che si allontanano i giovani dalla vera realtà di Dio, della Santissima Vergine, della testimonianza apostolica?

Nell’81° delle prime Centuria sulla carità, San Massimo il confessore ricorda i due aspetti del timor di Dio: il primo, salutare ma imperfetto, che teme le minacce del castigo, ed il secondo, “che è congiunto all’amore stesso e suscita continuamente nell’anima la pietà reverenziale, affinché essa, per la familiarità prodotta dall’amore, non giunga alla mancanza di rispetto verso Dio”. Meditare.

Chiediamo agli organizzatori della GMG se il timor di Dio continua ad essere il principio della sapienza, o se per caso sia stato sostituito dalla stupidità, dall’irriverenza, dalla sciatteria. Nella Chiesa urge una riconsiderazione di questo dono dello Spirito Santo, che è la custodia dell’amore autentico. Nell’uomo è sempre in agguato la tentazione di creare un Dio a propria misura, di piegare i misteri della fede alla propria capacità di comprensione, di relazionarsi con Dio secondo la propria sensibilità; il timor di Dio in qualche modo custodisce Dio e i misteri della fede dalle nostre riduzioni. Presentare la SS. Vergine, l’Arcangelo Gabriele secondo la nostra umanità decaduta, anzi, scaduta, non è un attacco diretto contro il timor di Dio? Quando noi riduciamo Dio alla nostra misura il risultato non è “solo” l’irriverenza; è anche una tiepidezza mortale che ci avvinghia e ci persuade a restare come siamo, mentre invece tutta la vita cristiana è accettazione delle purificazioni (e quali purificazioni!) con le quali Dio ci distacca dalla nostra mediocrità e ci eleva. Ora, che senso hanno le GMG se esortano i giovani a rimanere come sono? Se li portano a trattare Dio come se fosse un compagnone complice delle proprie miserie?

Quanto abbiamo bisogno di recuperare il timor di Dio nelle nostre vite, nelle nostre iniziative pastorali, nelle nostre liturgie! Scriveva San José Maria Escrivà, nella sua celebre raccolta di aforismi Cammino: “Mi addolora vedere il pericolo della tiepidezza che ti minaccia, quando non ti vedo camminare seriamente verso la perfezione nel tuo stato. - Di’ con me: la tiepidezza, no! Confige timore tuo carnes meas - dammi, Dio mio, un timore filiale che mi faccia reagire!” (n. 326).