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GIOCHI DI PAROLE

Irresponsabile è chi il Parlamento non lo ha già sciolto

Nel settembre 2020, dopo il referendum sul taglio dei parlamentari, era necessaria un’operazione di “igiene istituzionale”: sciogliere le Camere e tornare al voto, per eleggere il parlamento di nuova composizione. Non lo si è voluto fare. E’ stata una prova di irresponsabilità, anche sul piano puramente materiale. Per due anni abbiamo avuto un parlamento delegittimato.

Editoriali 23_07_2022
L'aula del Senato

E’ davvero imbarazzante assistere al teatrino della politica delle ultime ore. La commedia degli inganni e delle finzioni ha raggiunto l’acme di fronte alla dilagante retorica della responsabilità che riempie di vere e proprie ovvietà le dichiarazioni ufficiali dei leader. La rappresentazione della crisi e della fine anticipata della legislatura vede contrapporsi i draghiani duri e puri (Pd e ministri di vari partiti) e chi non ha votato la fiducia al governo uscente, pur avendolo appoggiato fino a pochi giorni fa.

Eppure nessuna delle due fazioni può tacciare l’altra di irresponsabilità. Non solo perché il premier Mario Draghi, se avesse voluto, avrebbe potuto continuare a governare con un’ampia maggioranza, semplicemente perdendo qualche piccolo pezzo. Ma anche perché, nella storia di questa disastrosa legislatura, ci sono stati vari episodi che dovrebbero dare la dimensione di quanto l’intera classe politica sia stata irresponsabile, miope e irriguardosa nei confronti degli italiani, oltre che delle istituzioni democratiche.

Il Parlamento appena sciolto era in realtà già delegittimato dalla riforma sul taglio del numero dei parlamentari approvata in Parlamento a ottobre 2019 e confermata dagli italiani (con il 70% dei voti espressi) nel referendum del settembre 2020. Era quello il momento per dimostrare responsabilità, per accogliere la volontà popolare che si era espressa, a torto o a ragione, per la decurtazione di 345 parlamentari. Come mai i grillini, che avevano sbandierato ai quattro venti quella battaglia anti-casta e avevano esultato per il risultato del referendum, rivendicandone il merito, non hanno chiesto al Capo dello Stato di sciogliere le Camere? Forse perché erano già consapevoli di aver perso gran parte del consenso raccolto alle politiche del marzo 2018? Dopo aver annunciato dal balcone di Palazzo Chigi di aver “sconfitto la povertà”, i pentastellati non avrebbero potuto anche contribuire a ridurre gli sprechi come questo? E perché le altre forze politiche non hanno avuto la maturità di prendere atto che un Parlamento di 945 parlamentari (escludendo i senatori a vita) era sovradimensionato rispetto alle aspettative dei cittadini?

Si trattava, peraltro, già nel 2020, di un Parlamento bypassato sistematicamente dai governi in carica e ridotto a organo di ratifica di decisioni prese altrove (altro che Repubblica parlamentare). La tragedia del Covid è stata utilizzata come scudo per non andare a votare, mentre in Israele, in Portogallo, in Francia, in Ungheria si è votato regolarmente, nonostante la pandemia. E oggi ci si indigna per lo scioglimento delle Camere anticipato di qualche mese rispetto alla scadenza naturale, quando in Svezia e Austria si andrà a votare tranquillamente in autunno e nessuno lì ha posto problemi di Pnrr, tenuta dell’Europa, guerra in Ucraina e altre argomentazioni strumentali.

Nel settembre 2020, dopo il referendum sul taglio dei parlamentari, era necessaria un’operazione di “igiene istituzionale”, per riallineare alla volontà popolare la composizione delle Camere. Non la si è voluta fare. E’ stata una prova di irresponsabilità, anche sul piano puramente materiale. Gli italiani avrebbero pagato 345 stipendi in meno, già a partire dal 2021, e Senato e Camera avrebbero avuto una struttura più snella. Tanti inutili senatori e deputati sarebbero tornati a casa e la funzionalità del Parlamento ne avrebbe tratto giovamento.

Ecco perché oggi è da ipocriti giocare con le parole, rivendicare patenti di moralità e addirittura puntare in campagna elettorale sulla retorica della responsabilità. Una legislatura nata male, senza vincitori né vinti, non poteva che finire peggio. E tutti gli attori in campo ci hanno messo del loro affinchè finisse così. Quindi, come si direbbe in casi del genere, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Due giorni fa sono state sciolte due Camere bocciate sonoramente dagli elettori già due anni fa. Ma a nessuno conviene ricordarlo.