Inverno demografico? Ci pensano i gay
Una ricerca sostiene che le coppie gay possono contribuire ad incrementare la popolazione italiana
Come è chiaro esiste un evidente processo di normalizzazione dell’omosessualità. Gay e coppie gay devono avere tutte quelle caratteristiche che appartengono al mondo etero. Tra cui anche la fecondità, elemento ovviamente assente nelle relazioni omosex.
Circa un anno fa prendeva il via una ricerca chiamata «Indagare il contributo che le famiglie non tradizionali possono apportare alla crisi demografica italiana». Si trattava di un studio finanziato da Fondazione Cariplo e guidata dall’Università di Trento, dall’Università Bocconi di Milano e dall'University College London. Ricerca che aveva ricevuto ben 187mila euro per sostenere l’insostenibile: le relazioni gay sono un apporto demografico al Paese.
A parte il fatto che le persone omosessuali sono tra l’1 e il 4% della popolazione, a parte il fatto che le coppie gay sono ancora di meno e a parte il fatto che le coppie gay stabili e che vogliono figli sono una percentuale infinitesima, nella ricerca si scordava di dire che per loro natura le coppie omosex sono sterili. Se hanno figli è perché comunque c’è un uomo e una donna che danno i propri gameti. Se hanno figli è perché esiste il tanto odiato “binarismo” sessuale.
La ricerca aveva chiaramente un impianto ideologico, infatti su un portale gestito dalla Bocconi si può leggere ancora oggi che lo studio avrebbe indagato, in relazione alle coppie omosex, «quanti figli avrebbero, se gli ostacoli legali e materiali per diventare genitori fossero rimossi. [Queste coppie] godono ancora di diritti limitati, soprattutto quando i diritti in gioco riguardano le relazioni genitori-figli».
Volete che l’Italia abbia più figli? Non abortite (un concepito su 5 viene volutamente abortito) e puntate sulla famiglia, quella senza aggettivi.