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Inizia il Giubileo, ma la Roma di Gualtieri non è pronta

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Niente è pronto per il Giubileo 2025 che inizierà domani con l'apertura della Porta Santa nella notte di Natale. Se la Chiesa ha fatto la sua parte, non si può dire lo stesso della città di Roma che si prepara ad accogliere milioni di pellegrini imbraghettata per i cantieri aperti un po' ovunque.

Ecclesia 24_12_2024

Niente è pronto per l'inizio del Giubileo 2025. Se la Chiesa ha fatto la sua parte, non si può dire lo stesso della città di Roma che si prepara ad accogliere milioni di pellegrini imbraghettata per i cantieri aperti un po' ovunque. Forse l'amministrazione comunale guidata dal sindaco nonché commissario straordinario Roberto Gualtieri è stata colta di sorpresa sebbene sia noto già dal 1470 che il Giubileo ordinario si svolge ogni 25 anni. 

Ritardi e disagi, però, non cancellano l'attesa dell'inizio del grande evento. A poche ore dall'apertura della Porta Santa presso la Basilica di San Pietro sorprende il fascino che un rito "vecchio" più di cinque secoli continua ad esercitare su una «società ormai completamente sconsacrata» (Augusto Del Noce dixit) come la nostra.

Dietro a questo simbolismo capace ancora di affascinare anche chi non crede c'è un significato prettamente religioso. È Gesù stesso, nel Vangelo secondo Giovanni, a identificarsi in una porta: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo». Questo brano dice che la porta-Cristo è l'unica per accedere alla salvezza e si distingue da tutto ciò che c'è stato prima. Ecco perché il rito dell'apertura avviene proprio nella notte della Vigilia di Natale, dal momento che la nascita di Cristo segna l'inizio dei "tempi nuovi". 

Il Giubileo ha contributo nel corso dei secoli a fare di Roma la città santa. Non è un caso che il primo della storia fu quello del 1300 proclamato da Bonifacio VIII. L'indizione, infatti, avvenne pochi anni dopo la caduta di Acri e quindi la fine delle Crociate. Persa definitivamente Gerusalemme, il cuore della cristianità si concentrò esclusivamente a Roma e il primo Giubileo arrivò a sancire questo dato di fatto. La bolla Antiquorum habet fida relatio con la concessione dell'indulgenza plenaria seguì e non provocò l'afflusso di pellegrini che era già in corso per l'inizio di un anno centenario.

Contrariamente a quanto hanno scritto anche due firme di grande prestigio come Indro Montanelli e Roberto Gervaso nel loro "L'Italia dei secoli d'oro", non corrisponde al vero l'affermazione secondo cui Bonifacio VIII "s'inventò" l'evento giubilare per rimpinguare le casse vuote della Santa Sede. Nella bolla e negli altri documenti relativi non comparve alcuna richiesta di offerta per lucrare l'indulgenza plenaria. Le uniche prescrizioni di papa Caetani furono quelle penitenziali: ai pellegrini venne chiesto di visitare quindici volte la Basilica di San Pietro e quella di San Paolo fuori le mura, ai romani trenta volte. Il cardinale Iacopo Stefaneschi, grande testimone di quel primo Giubileo, riportò nel suo "De centesimo seu iubileo anno" che l'aumento di offerte agli altari delle due Basiliche registrato nel 1300 fu solamente di 17 mila fiorini rispetto agli anni precedenti, nonostante lo straordinario afflusso. 

Ancora oggi l'aspetto sociale ed economico legato inevitabilmente all'evento giubilare genera i pregiudizi tipici del repertorio anticlericale. C'è chi lo presenta come un'occasione di ulteriore arricchimento per la Chiesa. L'arricchimento vero non è però quello finanziario. Il Giubileo dà a Roma e al Papa l'opportunità di ribadire al mondo la propria centralità: solo il Successore di Pietro, infatti, può aprire e poi chiudere quella porta che una volta varcata consente, come scrisse Rutilio Benzoni, di «uscire dalle miserie della vita per entrare nella felicità del cielo». Il Papa la aprirà nella Basilica di San Pietro dando così inizio al Giubileo della speranza, il secondo (dopo quello straordinario dedicato alla misericordia nel 2016) del suo pontificato. Il 26 dicembre Francesco aprirà l’unica Porta Santa al di fuori delle quattro basiliche patriarcali nel carcere di Rebibbia. Poi domenica 29 dicembre sarà la volta di San Giovanni in Laterano. Le Porte Sante di Santa Maria Maggiore e di San Paolo fuori le Mura saranno aperte rispettivamente l'1 e il 5 gennaio 2025. La porta che si spalancherà simboleggerà l'apertura della Chiesa alla misericordia e al perdono, come viene ricordato spesso, ma inviterà anche a compiere quel «passo coraggioso della verità morale» che Paolo VI incoraggiò nella notte santa di mezzo secolo fa, dando inizio al Giubileo del 1975.