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Nazionalismo indù

India. Ricompense a chi uccide i sacerdoti

Un parlamentare del partito di governo durante un comizio ha promesso compensi a chi usa violenza contro i cristiani e ne ha deriso la fede

È accusato di aver addirittura offerto delle ricompense a chi fosse disposto a compiere atti di violenza contro i cristiani. Gopichand Padalkar, membro della Maharashtra Legislative Assembly, la camera bassa del parlamento dello stato del Maharashtra, è un esponente del Bharatiya Janata Party (Bjp), il partito nazionalista che governa in India dal 2014. Deve rispondere inoltre di discorsi denigratori e dichiarazioni gravemente offensive. Dopo settimane di segnalazioni senza esito l’Alta Corte di Mumbai ha avviato contro di lui il 7 agosto un “contenzioso di interesse pubblico” (Pil), atto che consente a persone e gruppi di intentare cause su questioni di interesse pubblico anche senza aver subito danni diretti. A denunciare l’esponente del Bjp è stato Melwyn Fernandes basandosi sul video di un comizio pubblico tenuto il 17 giugno a Kupwad. Durante il comizio Padalkar ha messo in relazione il suicidio di una donna di Jalna avvenuto il 6 giugno a “conversioni religiose forzate” di cui ha accusato dei missionari cristiani evangelici, un “tentativo maligno – secondo Fernandes – di diffamare la comunità cristiana, fomentare la discordia tra le comunità e usurpare il ruolo delle autorità investigative, minando così lo Stato di diritto”. Durante il comizio, il cui video è ampiamente circolato sulle reti social e sulle piattaforme on line, Padalkar ha detto che erano previste ricompense per chi picchiava i cristiani che compiono conversioni e per chi uccide dei sacerdoti. Inoltre il parlamentare ha deriso la religione cristiana, ne ha ridicolizzato il credo ed è arrivato a dire: “se Gesù può davvero compiere miracoli, che mi rimuova dal mio incarico”. Sono dichiarazioni – sostiene Fernandes – che “hanno il pericoloso potenziale di radicalizzare individui economicamente e socialmente vulnerabili, incitare alla violenza di massa e disturbare l'armonia comunitaria, in particolare nei confronti delle minoranze cristiane”. È quindi particolarmente grave e preoccupante che le autorità, ancora una volta e come spesso succede in India, si siano mostrate reticenti ad avviare indagini e prendere provvedimenti favorendo così l’impunità dei responsabili di minacce e violenze contro i cristiani e contribuendo inoltre a minare la fiducia nella costituzione, nella governance e nello stato di diritto.