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Aborti selettivi

India. Ogni mese abortite 50.000 bambine

Negli ultimi 10 anni almeno 60 milioni di bambine mancano all’appello in India, abortite o uccise alla nascita dai famigliari che rifiutano l’onere di allevarle e dotarle al momento del matrimonio

 

Svipop 14_10_2019

L’11 ottobre, giornata mondiale delle bambine, ADF International (Alliance Defending Freedom) ha pubblicato dati aggiornati sugli aborti selettivi in India, dove la nascita di una bambina spesso è accolta con fastidio. Negli ultimi dieci anni il paese ha “perso”, non nate, almeno 60 milioni di donne e nel paese vivono 21 milioni di bambine indesiderate. Tehmina Arora, avvocato e direttore di ADF India, ritiene che ogni mese in India vengano abortite circa 50.000 bambine “per un’unica ragione: sono femmine e non maschi. La proporzione distorta tra popolazione maschile e femminile dimostra che per le ragazze, come nazione abbiamo fallito”. Uno dei motivi per cui si abortiscono così tante bambine è dato dall’istituzione della dote che tradizionalmente le famiglie devono assegnare alle figlie per poterle maritare, che diventa un onere quando sono molte. L’aborto si è sostituito all’infanticidio da quando è possibile eseguire analisi prenatali per conoscere il sesso del feto. Dal 1994 per contrastare la pratica abortiva è stata emanata una legge che proibisce al personale sanitario di rivelare il sesso dei nascituri. Ma la legge è spesso aggirata e non viene fatta rispettare adeguatamente. I difensori dei diritti delle bambine ne chiedono l’applicazione corretta. L’avvocato Tehmina Arora spiega che le femmine “vengono abortite oppure sottoposte a varie forme di violenza dopo la nascita. È tempo di affrontare il problema. Ogni bambino è prezioso. Bambine e bambini hanno uguale diritto alla vita e alla libertà. La nostra nazione non può permettersi di perdere le sue piccole per discriminazione e abbandono. Il futuro dell’India è collegato alla vita di bambine e donne. Chiunque ritenga che le ragazze abbiano gli stessi diritti dei ragazzi, non può chiudere gli occhi di fronte a quanto avviene in India in questo momento”.