India, cancellati gli ordini di demolizione per le chiese in Orissa
Il governo locale del distretto
di Kandhamal, nello Stato indiano dell'Orissa, già teatro delle cruente violenze anticristiane dell'agosto 2008, ha annunciato la revoca degli ordini di demolizione per cinque chiese. Per i cristiani è una piccola grande vittoria.
Bhubaneswar (Agenzia Fides) – E’ una vittoria per la Chiesa cattolica dell’Orissa: il governo locale del distretto di Kandhamal, teatro delle violenze anticristiane del 2008, ha annunciato la revoca degli ordini di demolizione per cinque chiese. Le strutture rischiavano di essere demolite in base a una ordinanza che sosteneva gli edifici erano sorti su suolo demaniale, senza autorizzazione. I cristiani affermavano il loro diritto di ricostruire le oltre 230 fra chiese e cappelle distrutte nell’ondata di violenza del 2008. (vedi Fides 22/8/2011).
La decisione di bloccare le demolizioni – informano fonti locali di Fides – è stata presa dopo l’incontro fra una delegazione di cristiani dell’Orissa che includeva due sacerdoti (p. Mathew Puthyadam e p. Jashabandh Pradhan), un laico cattolico (Jyotisen Parichha) e un missionario monfortano (fratel K. J. Markose). I cristiani hanno anche lamentato la presenza di elementi “anti-sociali”, che continuano a intimidire i fedeli e a minare la pace sociale e religiosa nel distretto.
Il dirigente del distretto di Kandhamal ha dato ampie garanzie alla delegazione sul blocco della demolizione della cappella nel villaggio di Padunbadi e per le altre chiese in questione, assicurando inoltre misure per fermare i gruppi di provocatori. Nell’incontro si è anche parlato dei risarcimenti dovuti ai fedeli che hanno perso case e proprietà, altro tema su cui le autorità civili hanno ribadito di voler provvedere.
Sulla situazione locale, Fratel K. J. Markose ha detto a Fides: “A Kandhamal la pace è ancora un miraggio. Si vive nella paura. I cristiani locali non hanno nemmeno avuto il coraggio di ricordare pubblicamente i martiri del 2008. La nostra gente è ancora nelle tende, vive in condizioni di estrema povertà e molti hanno paura di ritornare a visitare i loro villaggi natii. Ai cristiani viene impedito perfino di riparare o ricostruire le loro case. Nè possiamo ricostruire le chiese che i radicali indù rasero al suolo nel 2008”.
Sulle attività dei gruppi radicali indù, il missionario racconta a Fides un episodio esemplare: “Nelle scorse settimane vi è stato un incontro di militanti radicali indù a Phulbani. Molti hanno parlato contro i cristiani, diffondendo odio, lanciando false accuse e affermando che essi sono contro la nazione indiana. Ma nessuno dei cristiani locali ha avuto il coraggio di denunciare l’accaduto alla polizia, alla stampa o di segnalarlo al magistrato locale”. (PA)
Da Agenzia Fides del 12 settembre 2011