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OCCHIO ALLA TV

Indagini in camice bianco

“Un detective in corsia”, telefilm sempreverde che lega medici e indagini poliziesche. Si uniscono due ambientazioni e altrettante connotazioni dei personaggi che – almeno sulla carta  – hanno un alto potere di coinvolgimento emotivo del pubblico.

Occhio alla Tv 20_01_2012

La fascia mattutina e pomeridiana dei palinsesti televisivi è frequentemente occupata da telefilm in replica. Uno di questi è “Un detective in corsia” (Rete4, ore 12), serie televisiva di statunitense (titolo originale “Diagnosis Murder”) trasmessa dal 1993 al 2001 dalla Cbs e andata in onda in Italia in prima tv su Canale 5 dal 1995 al 2002.

La produzione è ambientata principalmente nella struttura sanitaria del Community General Hospital, dove il protagonista, il dottor Mark Sloan, aiuta suo figlio, il detective Steve Sloan, a risolvere i casi di omicidio grazie alla sua competenza sanitaria e alla capacità di leggere e collegare fra loro gli indizi. I due si avvalgono anche dell’aiuto dei dottori Jesse Travis e Amanda Bentley; quest’ultima, anatomopatologa dell’ospedale, fornisce spesso un aiuto decisivo sulle modalità dell’omicidio, consentendo così di risalire al colpevole di turno.

Rispetto alle produzioni seriali contemporanee, si nota qui uno stile che potremmo definire tradizionale, caratterizzato da ritmi non eccessivamente elevati, da dialoghi all’insegna della saggezza e del buon senso, da quel pizzico di mistero connaturato a ogni narrazione di genere giallo o poliziesco e dall’immancabile “lieto fine”.

Il filone che lega medici e indagini poliziesche è un sempreverde per i produttori, al pari di quelli dedicati agli investigatori puri o ai medici specializzati nell’emergenza. Si uniscono così due ambientazioni e altrettante connotazioni dei personaggi che – almeno sulla carta  – hanno un alto potere di coinvolgimento emotivo del pubblico.