SCHEGGE DI VANGELO
In un momento nel tempo
Da quando il Natale è meno Natale, anche gli altri natali si riducono, e la fontana della speranza singhiozza malamente.
Vangelo
24_12_2011
«Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:
oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.
Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce,
adagiato in una mangiatoia».
(Lc 2, 1-14)
oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.
Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce,
adagiato in una mangiatoia».
(Lc 2, 1-14)
Quella notte è nato un bambino. Cos’è un bambino che nasce? Ne nascono tanti di bambini, ne nascono continuamente, tutte le notti e tutti i giorni, tutti i minuti di tutte le ventiquattro ore della giornata. In tutti i momenti della storia. Ma quello fu un momento diverso. La nascita di quel Bimbo proveniva da una origine nuova e segnava un nuovo principio. Avvenne in ‘un momento nel tempo ma il tempo fu creato attraverso quel momento: poiché senza significato non c’è tempo, e quel momento di tempo diede il significato’; ‘un momento non fuori del tempo, ma nel tempo, in ciò che noi chiamiamo storia’. Le parole di Eliot nei Cori de ‘La Rocca’ segnano l’unicità di quel momento. Coloro che se ne sono accorti hanno cominciato a segnare da quel momento la datazione della storia.
Ma ora accade che ‘quel momento’ venga assorbito e come dissolto nella voragine di altri momenti e come un’orma dei passi sulla sabbia, sembra svanire tra folate di vento. Da quando il Natale è meno Natale, anche gli altri natali si riducono, i bambini nascono di meno e la fontana della speranza singhiozza malamente.
Ci ritroviamo con un cuore più vuoto e meno felice. “Ci vuole più Natale!!!”, scrive un parroco negli auguri ai suoi parrocchiani. Ci vuole più Gesù per la gente, ci vuole più Dio, e quindi più fede, più fiducia, più preghiera e più messa. Ci vuole più carità e perdono, più sorriso e benevolenza. Ci vuole più speranza e gioia. La crisi non è soltanto di soldi e di lavoro. Non abbiamo bisogno appena di una diversa politica e di una nuova economia.
Il nostro bisogno è più umano, sale dal profondo del cuore, si apre sull’orizzonte infinito della vita. Occorre non sottrarsi all’attrattiva del Natale, del Natale del Signore, che risplende nella liturgia della Chiesa e nella vita delle persone che amano Gesù.