In pericolo la libertà religiosa dell'Europa
L'Osservatorio sull'intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa pubblica il nuovo rapporto sulla libertà religiosa. Nel solo 2010 l’84% degli atti di vandalismo compiuti in Francia ha colpito luoghi cristiani. Mentre in Italia aumentano le sentenze che limitano la libertà religiosa.
L’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa, diretto a Vienna da Gudrun Kugler, pubblica il nuovo rapporto sulla situazione della libertà religiosa nel Vecchio Continente, dopo averne anticipato i contenuti più forti il 21 maggio a Tirana, in Albania, durante la conferenza a tema convocata dall’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa).
Per capire la temperie in cui viviamo basta del resto semplicemente ricordare che nel solo 2010, come già denunciato dal ministero francese degli Interni in una lettera al Consiglio d’Europa, l’84% degli atti di vandalismo compiuti nella tollerantissima Francia ha colpito luoghi cristiani.
Richiamandosi, con grande efficacia, all’Editto di Milano con cui, nel 313, l’imperatore Costantino consentì la libertà di culto sui territori imperiali (un avvenimento di cui quest’anno si sta celebrando con giustificata enfasi il 1700° anniversario), la Kugler puntualizza che in Europa vigono oggi almeno 41 norme di legge in grado di discriminare i cristiani di ben 15 Paesi dell’Unione. Fra questi, non manca l’Italia.
Nel solo 2012 sono state del resto ben 169 le sentenze di tribunali che minacciano in modo analogo l’esercizio della piena libertà religiosa da parte dei cristiani.
Con le nuove acquisizioni, i casi di discriminazione contro i cristiani europei documentati dall’Osservatorio negli ultimi 5 anni salgono dunque a 800, un numero clamoroso cui per di più si è giunti con un crescendo esponenziale.
Massimo Introvigne, coordinatore dell’Osservatorio sulla Libertà Religiosa del ministero italiano degli Esteri (e collaborare assiduo de La nuova Bussola Quotidiana), che l’“Osservatorio di Vienna” cita quale autorevole fonte scientifica soprattutto nella documentazione dei casi di discriminazione giuridica, afferma: «Le aree più pericolose sono quelle dei limiti all'obiezione di coscienza di cristiani che non vogliono collaborare all'aborto, alla vendita di pillole abortive o alla celebrazione di matrimoni omosessuali; alla libertà di predicazione attraverso un uso improprio delle leggi contro il cosiddetto “discorso di odio”; alla libertà della scuola confessionale e alla limitazione della libertà di educazione dei genitori; alle limitazioni nell'uso di simboli religiosi».
Il rapporto dell’“Osservatorio di Vienna” rileva poi opportunamente il grave mutamento di clima cui i cristiani sono sottoposti oggi in Europa, misurandolo attraverso sondaggi assai rivelatori.
Il 74% dei cristiani che vive oggi in Europa ritiene infatti di essere normalmente più discriminato rispetto ai credenti di altre religioni o persino agli atei; il 71% pensa che giornali, televisioni e mezzi di comunicazione non rispettino affatto i cristiani; e il 61% stima che i cristiani siano palesemente discriminati anche sui luoghi di lavoro.
Alcuni dei casi più recenti parlano da soli. C’è per esempio il governo regionale delle Asturie, in Spagna, che, portandosi avanti per tempo, ha appena emanato una circolare per chiedere alle scuole di eliminare dai calendari il riferimento al Natale e introdurre al suo posto un generico “vacanze invernali” onde giustificare la sospensione delle lezioni in quel periodo dell’anno. A Portadown, in Irlanda del Nord, il tipografo Nick Williamson, cristiano, finirà in tribunale come “omofobo” per essersi rifiutato di stampare un giornaletto di propaganda omosessualista, per di più dalla grafica esplicita.
In base alla legge dell’8 dicembre 2004 in Francia è severamente proibita qualsiasi discriminazione degli omosessuali, e con ciò si è cucita la bocca anche a quei laici e a quei sacerdoti che, pur con tutta la carità verso le persone, non possono in coscienza non dire (magari in tivù o alla radio) che, in termini cristiani, l’omosessualità è un peccato.
La situazione, denuncia l’“Osservatorio di Vienna”, è insomma grave, cresce in gravità ogni giorno che passa e lastrica il futuro anche immediato di cattive azioni preparate da intenzioni ancora peggiori.
Citando parole dell’ex parlamentare Conservatrice britannica Ann Widdecomb, oggi romanziera e nome noto tra i “grandi” convertiti dall’anglicanesimo al cattolicesimo, Gudrun Kugler ammonisce: «Se non si resiste alle cose piccole, queste crescono».