In Nigeria un altro stato rivendica il diritto di adottare la sharia
Nello stato di Oyo i musulmani, che costituiscono il 60% della popolazione, rivendicano il diritto a seguire la sharia
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12 dei 36 stati della Nigeria, quelli settentrionali a grande maggioranza islamica, hanno adottato la sharia, la legge coranica, a partire dal 1999, una violazione della costituzione che il governo non ha potuto o voluto impedire. L’adozione della sharia ha inciso fortemente sulla vita della minoranza cristiana perché l’ha indebolita sia sul piano politico che su quello economico, oltre a introdurre nella vita quotidiana regole ritenute necessarie a rendere la condotta di un buon musulmano conforme al volere divino – ad esempio in fatto di separazione tra i sessi – che di fatto limitano la libertà di tutta la popolazione. Adesso sta suscitando grande preoccupazione tra i cristiani l’intenzione espressa dal Consiglio supremo per la sharia di costituire un Comitato per la sharia nello stato sud occidentale di Oyo dove i musulmani sono soltanto circa il 60% della popolazione. L’iniziativa, annunciata alla fine del 2024, è stata sospesa in seguito alle proteste che ha suscitato. I musulmani sostengono che la sharia riguarderà soltanto questioni private – diritto di famiglia – è rivendicano il diritto all’autodeterminazione. Ma il resto della popolazione ne teme le conseguenze. Il 13 febbraio padre Lawrence Chukwunweike Emehel, Direttore del Dipartimento per la Missione e il Dialogo della Segreteria cattolica della Nigeria nel corso di una conferenza ha dato voce alle preoccupazioni delle comunità cattoliche: “mentre la Costituzione consente l’applicazione della Sharia in questioni personali – ha detto – la sua attuazione deve essere gestita con cautela per evitare di marginalizzare altri gruppi religiosi. Inoltre favorire un gruppo religioso rispetto a un altro potrebbe essere particolarmente destabilizzante nel sud-ovest, dove le famiglie spesso includono membri di fedi diverse. È fondamentale garantire che qualsiasi riforma legale promuova l'inclusività e il rispetto per la diversità religiosa. Dobbiamo riconoscere che i nigeriani non vivono isolati e nessuna legge dovrebbe inibire o limitare gli altri nelle loro pratiche. La nostra identità nazionale e la garanzia costituzionale della libertà religiosa non devono essere minate”.