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Cristiani Perseguitati
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Jihad

In Nigeria i jihadisti rubano le terre ai cristiani

Boko Haram e Iswap confiscano le loro terre ancestrali per darle a dei musulmani senza che il governo intervenga a impedirlo

 

I cristiani del nord est della Nigeria vivono sotto la minaccia del jihad. Secondo il centro di ricerca nigeriano Intersociety dal 2009 al 2023 i gruppi jihadisti Boko Haram e Iswap hanno bruciato 18mila chiese e 2.200 scuole, hanno ucciso 52.250 cristiani e ne hanno rapiti migliaia, spesso donne e bambine. Un caso che commosse tutto il mondo è quello delle studentesse di Chibok, 267, rapite da Boko Haram una notte dell’aprile del 2014 nel loro collegio. Molte nel corso degli anni sono state liberate, ma decine di loro non hanno mai fatto ritorno a casa. Proprio la regione di cui la città di Chibok è capoluogo è una di quelle in cui i cristiani, in particolare quelli di etnia Kibaku, subiscono da anni un’altra forma ancora di persecuzione. Boko Haram e Iswap infatti confiscano le loro terre ancestrali, sulle quali vivono da generazioni, per darle a dei musulmani, lasciandoli senza casa e mezzi di sussistenza. I casi di esproprio, land grabbing, sono iniziati nel 2021. Si calcola che da allora a Chibok più di 10mila cristiani Kibaku siano stati privati delle loro terre. Altri 44mila sono stati espulsi dalle loro proprietà nella contea di Gwoza. Chi rifiuta di andarsene viene ucciso oppure rapito. Il governo dello stato del Borno, spiega padre Kallamu Dikwa del CJREN (Centro per la giustizia religiosa ed etnica in Nigeria), nega che i jihadisti caccino via i cristiani e rifiuta di risarcire le vittime cristiane dei jihadisti. In effetti non vuole nemmeno che si sappia che nel Borno vivono moltissimi cristiani e tanto meno che sono emarginati e perseguitati. Kola Alapinni, un avvocato esperto in diritti umani, sostiene che spetta al governo federale intervenire per  riprendere le terre ai terroristi e restituirle ai cristiani perché è il solo in grado di farlo: “il governo dello stato del Borno è impotente contro i terroristi. Sulla carta il governatore dello stato è responsabile della sicurezza del territorio che amministra, ma in realtà non ha le truppe per farlo né potrebbe comandarle”.