In Malaysia in aumento del 57 per cento le denunce di violenze domestiche
Le tensioni causate dalla povertà crescente e da una più stretta convivenza, unite a un minor controllo da parte di ong, scuole e polizia, hanno fatto aumentare le violenze domestiche
Da oltre un anno c’è preoccupazione nel mondo per il sensibile aumento dei casi di violenza domestica per effetto della pandemia di Covid-19 che ha aumentato povertà, disoccupazione e in genere problemi economici, ha costretto molte persone a una più stretta e costante convivenza e ha fatto venir meno il controllo esercitato dalle istituzioni scolastiche, chiuse per lunghi periodi, e dalle associazioni impegnate a prevenire le violenza domestica e ad assisterne le vittime, che hanno dovuto ridurre e in certi casi sospendere i servizi. In Malaysia, la Women’s Aid Organization che fornisce ospitalità, assistenza e aiuto materiale a donne e bambini vittime di abusi sostiene che, in base ai dati raccolti, i casi di violenza domestica denunciati sono aumentati del 57 per cento dall’inizio della pandemia. I centri negli ospedali che curano le vittime sono oberati di lavoro, l’elevato numero di casi rende più difficile rispondere a tutte le richieste di aiuto. Di conseguenza molte violenze non vengono neanche denunciate e c’è meno attenzione alle situazioni di rischio. La stessa polizia ha allentato i controlli dovendo concentrare il personale sul compito di assicurare il rispetto delle misure di contenimento della malattia. L’allarme – ha spiegato all’agenzia di stampa AsiaNews il direttore dell’organizzazione Charlene Murray – riguarda la mancanza di sostegno adeguato e di alternative a un rientro nell’ambito domestico dove spesso ha origine la violenza: “a meno che non ci siano dei feriti, la maggior parte degli ospedali garantisce solo servizi essenziali alle vittime e non li incoraggia a pernottare nelle strutture sanitarie per timore dell'esposizione al Covid-19. Questo espone le donne a ulteriori rischi al rientro a casa”.