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Induismo

In India nuove accuse ai cristiani di conversioni forzate

I fondamentalisti indù hanno denunciato alcune suore che avevano organizzato un incontro con dei bambini per dare loro dei rudimenti di formazione sanitaria

In India i fondamentalisti indù non danno tregua ai cristiani. Nel Madhya Pradesh una suora, Sheela Savari Muthu, avvocato e Missionaria Serva dello Spirito Santo, aveva organizzato il 16 febbraio a Indore un incontro pubblico di formazione e sensibilizzazione sanitaria destinato ai figli delle lavoratici domestiche. All’’iniziativa aveva collaborato il St Francis Hospital, una struttura cattolica da 100 posti letto di proprietà della diocesi che offre assistenza sanitaria a prezzi accessibili e indipendentemente da casta e credo religioso, pensata soprattutto per i poveri e gli emarginati, ad esempio i dalit. L’incontro si è svolto in un parco pubblico e le autorità ne erano state avvisate. A un certo punto dei passanti hanno domandato informazioni e poi hanno dato in escandescenze, hanno lanciato accuse di conversioni forzate tanto che sono dovuti intervenire degli agenti che hanno interrotto l’evento e hanno portato suor Sheela e le sue consorelle nella loro stazione di polizia per interrogarle. Mentre erano lì, dei membri del Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS), un gruppo della destra nazionalista indù, avvisati dell’accaduto si sono radunati all’esterno della stazione di polizia ribadendo l’accusa alle religiose si aver organizzato l’incontro in realtà per indurre i presenti a convertirsi. Le suore sono poi state rilasciate in serata, ma su di loro gravano accuse gravi che potrebbero indurre le autorità a prendere provvedimenti sanzionatori. Anche se l’incontro si è svolto interamente nel parco pubblico, i fondamentalisti sostengono che i bambini erano stati portati a forza in una chiesa. Raggiunto dall’agenzia di stampa AsiaNews, monsignor Chacko Thottumarickal, vescovo emerito di Indore ha dichiarato: ““suor Sheela e le sue consorelle stavano conducendo una formazione medica per i bambini svantaggiati; accusarla di conversioni, senza alcuna prova, è solo un ‘atto diabolico’ al quale noi rispondiamo con la preghiera. Noi non accusiamo questi fratelli. Preghiamo per la conversione del loro cuore, in modo che si schierino per la verità, non per la falsità”.