In ginocchio
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!» (Mc 1, 40-45)
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.... (Mc 1, 40-45)
Nella nostra fede il corpo - anche la posizione del corpo - è essenziale. Lo sguardo, il tocco di una mano, il sangue che scorre, le ferite, stare in ginocchio. In questo miracolo il lebbroso supplica in ginocchio. Stare in ginocchio è l'atteggiamento di chi sta per ricevere una gioia enorme e quasi non ci crede. L’attimo prima che un benefattore, trovando le chiavi della tue catene, ti libera e tu senti il cigolio della serratura che sta per schiudersi. Stai in ginocchio e tremi. Non per paura, ma per felicità. Per incredulità. Come un naufrago che scampato a una tempesta avanza carponi sulla sabbia, si gira verso il mare in tempesta e in ginocchio bacia la terra e si tocca, la tocca, perché non ci crede. Ogni confessione dovrebbe essere così. Da non crederci che un amore così ci abbia liberato.